Macabro ritrovamento: un cadavere con la testa mozzata. E' mistero

Macabro ritrovamento: un cadavere con la testa mozzata. E' mistero
Il tronco privo della testa era riverso sul terreno, a poca distanza dalla scuola Deledda. Il capo mummificato, invece, penzolava da una corda appesa ad un pino, seminascosto dai...

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Il tronco privo della testa era riverso sul terreno, a poca distanza dalla scuola Deledda. Il capo mummificato, invece, penzolava da una corda appesa ad un pino, seminascosto dai cespugli. Davvero macabra la scena che si è presentata ieri mattina dinanzi agli occhi di una pattuglia dei carabinieri, impegnata in un sopralluogo nelle campagne che costeggiano il rione Tamburi.

I militari alla vista del cadavere hanno lanciato l’allarme e sul posto sono subito intervenuti gli investigatori della Squadra Mobile, gli esperti della Scientifica ed il medico legale.  Proprio i primissimi rilievi, però, hanno consentito di cominciare a squarciare il velo di mistero che ha accompagnato quella scoperta, perlomeno nei primi minuti. È stata esclusa subito, infatti, la pista dell’omicidio. Ha preso sostanza, invece, quella del suicidio avvenuto almeno quattro mesi fa. Tutto depone per questa lettura. Anche il drammatico particolare della testa mozzata ha trovato spiegazione nei rilievi affidati al medico legale Giuseppe Carbotti.
 
La vittima si sarebbe tolta la vita impiccandosi a quell’albero. Un pino ben nascosto, nonostante si trovi a poca distanza dal centro abitato. Il corpo privo di vita è rimasto appeso a quel ramo per settimane, sino a quando la decomposizione non ha cominciato a produrre i suoi effetti. Alla fine il peso del corpo, sommato alle conseguenze della decomposizione, ha fatto staccare il tronco dal capo. Così la testa è rimasta imprigionata nella corda, mentre il resto del corpo è piombato sul terreno.

Nessuno, prima di ieri mattina, si è accorto di quello scenario da film horror. Sino all’allarme scattato a metà mattinata. Piuttosto complesso, inoltre, fornire certezze sul nome della vittima. Le condizioni del corpo rendono particolarmente complicato risalire all’identificazione oltre ogni dubbio. Si ritiene, ma è una ipotesi che potrà essere confermata solo con il test del Dna, che si possa trattare del tarantino Domenico Pedicone, operaio di 45 anni scomparso nel nulla ad aprile. Dell’uomo non si hanno notizie da mesi e gli indumenti rinvenuti sul cadavere sembrano essere quelli che il tarantino indossava al momento di allontanarsi dalla sua abitazione.


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Quotidiano Di Puglia