Si chiama “Taranto Calling” e ha l’imprinting di uno degli architetti più famosi e in voga del momento, Stefano Boeri. Si è classificato al secondo...
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La Città Vecchia di Taranto è descritta, parimenti alla sua Cattedrale, come “un mosaico spazio/temporale di epoche e di progetti. Un mosaico composto da eredità elleniche, architetture medioevali, moli, palazzi rinascimentali, case per pescatori, borghi commerciali, chiese barocche, banchine, aggiunte novecentesche. La Città Vecchia di Taranto è un palinsesto di opere e di architetture, depositate dalla storia in un fazzoletto di terra. Un quartiere denso di edifici e palazzi che salgono dal mare. Un’isola di pietra solcata dalle fenditure strette dei vicoli e stretta tra le mura e le banchine. Un monolite circondato dal mare, scavato da caverne, grotte e passaggi che collegano lungo linee verticali, i tetti, le terrazze e il livello del mare”.
La proposta progettuale prevede una serie di interventi fisici e immateriali in grado di migliorare, in maniera trasversale, la qualità della vita attraverso l’implementazione dei servizi alla persona, i mezzi e le occasioni per la crescita del capitale sociale e relazionale che favorisce un processo indotto di mitigazione delle condizioni di marginalità.
La strategia impatta su quattro diversi ambiti: cintura, tessuto, rete, catalizzatori: attraverso la valorizzazione del capitale sociale da una parte e la riqualificazione del patrimonio architettonico dall’altra, in un’ottica di crescita intelligente, mira a costruire il sistema di governance del processo di rigenerazione urbana che preveda la configurazione di un sistema di welfare urbano e di infrastrutture sociali per rafforzare la comunità urbana, fornendo servizi per i residenti permanenti e temporanei.
Taranto Calling ripensa le mura sul Mar Grande che diventano una passeggiata panoramica accompagnata da spazi per la cultura, la sosta e rapidi incursioni verticali verso le piattaforme galleggianti sul mare.
In particolare vengono incentivate le infrastrutture per la ricettività e l’ospitalità “favorendo sia l’attrazione di nuovi flussi turistici che la connessione con il territorio circostante”. Il sistema di governance del processo di rigenerazione urbana prevede la configurazione di un sistema di infrastrutture sociali che rafforzino la comunità urbana attraverso la realizzazione di nuovi servizi, in modo da assicurare sicurezza e legalità e introdurre pratiche innovative per la gestione della sharing economy. Taranto Calling valorizza il percorso che attraversa longitudinalmente la Città Vecchia, dal Castello Aragonese fino a piazza Fontana, unendo con un sistema di illuminazione a mosaico nella pavimentazione gli spazi della cultura e dell’insegnamento.
In sostanza si ipotizza un nuovo tipo di percorrenza che permetta di scoprire la Città Vecchia in tutta la sua complessità, dagli ipogei ai tetti-terrazze. E che apra nuovi spazi pubblici nei palazzi nobiliari, nelle loro corti, nei vicoli oggi ostruiti, nei passaggi chiusi, nascosti e inaspettati che vengono ridati alla città per tornare ad essere teatri della vitalità urbana. Taranto Calling “moltiplica gli spazi disponibili per l’imprenditoria locale legata alla pesca, alla mitilicoltura, alla ricerca sulla biologia marina, all’artigianato e alla gastronomia locali”.
Abbiamo lasciato per ultima l’idea più suggestiva - se ne parla dettagliatamente nell’approfondimento con Boeri - in cui si assottigliano le distanze tra Taranto e Milano: il progetto promuove un sistema di isole galleggianti che depurano le acque e rappresentano una nuova superficie verde nel cuore del Mar Piccolo. Dal Bosco Verticale meneghino a quello orizzontale e galleggiante jonico: per rivedere quello che Orazio decantava come “l’angolo di mondo più d’ogni altro m’allieta”. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia