#ContagioAmiu #NoisiamoAmiu. Sono sufficienti due hashtag e una campagna di comunicazione per svecchiare un’immagine aziendale? E, soprattutto, per ripristinare un rapporto...
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Il nuovo impulso e la necessità di dare una dimensione più smart e moderna hanno determinato la ripresa delle attività: ad oggi, in un mese e mezzo, si è passati a oltre 3.500 “mi piace”. Ma sono le interazioni con la cittadinanza a fare la differenza: ogni giorno arrivano circa 25 segnalazioni di rifiuti o situazioni di degrado. Sia tramite messaggi privati, sia tramite commenti ai vari post aziendali. Segnalazioni che sono trasformate in ordini di servizio accorciando tempi elefantiaci e burocratici. Taranto si è trasformata in un paesino della Svizzera ai piedi delle Alpi? Certamente no. Però, la gente risponde. E alcuni teoremi iniziano a barcollare. Amiu non è esente da colpe in alcuni casi, i problemi continuano a esserci ma occorre la volontà di tutti. Tant’è che i commenti di molti utenti vanno proprio in questa direzione: “Amiu combatti, gli incivili vanno tallonati”, “Secondo me oltre ad essere incivili questa gente e anche malata. Come si fa a non capire che se sporchi la città in questo modo ci stanno dentro anche loro”, “Complimenti a tutti i lavoratori dell’Amiu, grazie: speriamo che questi incivili scompaiono come la montagna di rifiuti che avete tolto”. Con un maggiore numero di interazioni, non mancano anche i commentatori che pungolano l’azienda: “Non intervengono e agiscono da sé ma solo su segnalazione”, “E perché aspettare che si riduca ad una zozzeria?”, “Via Sordi, avete rimosso due cassonetti funzionanti più di un anno fa senza alcuna motivazione, per buttare la spazzatura bisogna metterla in auto e buttarla sotto casa di qualcun altro ma le tasse sono rimaste invariate. Li rimpiazzerete?”.
Uno degli interventi che più ha avuto eco, non solo social, sicuramente è stato lo sgombero del sottopasso di via Magnaghi.
Su impulso della Polizia Locale e dell’Amministrazione Comunale, infatti, gli operatori hanno rimosso almeno sessanta quintali di materiale di vario genere che era stato ammassato all’interno del sottopasso, rendendolo di fatto impraticabile.
Le operazioni di rimozione hanno richiesto, oltre al lavoro manuale di 6 operatori, anche l’intervento di un mezzo dotato di ragno.
Un intervento pianificato e delicato in quanto quel sottopasso era utilizzato come accampamento da una famiglia rom. Si è aperto un dibattito sociologico sulla piattaforma virtuale - stendendo un velo pietoso su commenti xenofobi - con una parte di utenza che ha criticato l’approccio alla risoluzione del problema. Critiche che l’assessore al Patrimonio, Francesca Viggiano, ha respinto sostenendo di dare priorità prima alle persone, poi al decoro urbano e al ripristino della legalità: «Abbiamo trovato sette uomini a cui è stato offerto aiuto ma che hanno declinato».
Al di là dei singoli episodi, dunque, oggettivamente si sta creando un circolo di informazioni e comunicazioni. Circolo che, per diventare sempre più virtuoso, deve tradursi nella quotidianità in atteggiamenti e comportamenti.
Qualche passo, però, è stato fatto. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia