Occhi degli investigatori puntati su un sospettato. Un conoscente della vittima che è ritenuto l’ultima persona con la quale Cosimo Dragone è stato...
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Un dato che si sta valutando anche alla luce di quanto repertato dagli esperti delle investigazioni scientifiche dei carabinieri nella casa teatro del delitto.
Nella piccola camera da letto del 45enne trovato cadavere, infatti, gli uomini coordinati dal colonnello Giovanni Tamborrino hanno scovato piccole tracce di sostanze stupefacenti e da taglio. Elementi che hanno confermato il sospetto iniziale sull’uso di droga da parte del bracciante assassinato. In quella stanza è stata individuata una modica quantità di sostanza, ritenuta compatibile con l’uso personale.
Si presume, quindi, che l’uomo abbia assunto stupefacenti proprio nelle ore in cui è maturata l’aggressione. E forse, proprio l’effetto degli stupefacenti potrebbe averlo svuotato di forze al punto da non consentirgli di reagire all’aggressione culminata nell’omicidio. Un’azione violenta quanto fulminea con quel colpo alla gola inferto con un coltello affilato. Alla quale il bracciante non avrebbe reagito. Un dato che è emerso dall’esame della scena del delitto nella quale non sono stati rinvenuti segni di colluttazione. Cosimo Dragone, quindi, non si è difeso o non è riuscito a trovare le forze per resistere al suo carnefice, a dispetto della sua prestanza fisica.
Fatto sta che sino a tarda ora i militari hanno studiato le cartelle di un puzzle che si sta cercando di ricomporre pazientemente. Ieri sera, il pubblico ministero Remo Epifani e i carabinieri hanno tenuto un summit nell’ufficio del magistrato al terzo piano del palazzo di giustizia. Non è da escludere, quindi, che proprio nella serata siano stati compiuti i passi necessari per dare la giusta lettura al delitto.
Stando a quanto si è appreso dal rigido muro di silenzio opposto dagli investigatori, la posizione sulla quale si addensano maggiori sospetti e che si punta a chiarire è proprio quella del conoscente della vittima.
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Quotidiano Di Puglia