Blitz Zar, scarcerato “Lino Capone”

Blitz Zar, scarcerato “Lino Capone”
Angelo Soloperto torna in libertà. Il presunto boss, conosciuto con il nomignolo di “Lino Capone”, infatti, è stato scarcerato ieri mattina, su...

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Angelo Soloperto torna in libertà. Il presunto boss, conosciuto con il nomignolo di “Lino Capone”, infatti, è stato scarcerato ieri mattina, su provvedimento del Tribunale del Riesame. Con il collegio, presieduto dal giudice Licci, e completato dai giudici Gloria e Romanelli, che ha annullato l’arresto di quello che è indicato dagli investigatori come l’uomo forte della piazza di San Marzano di San Giuseppe. Proprio lui, con il fratello Francesco, erano finiti in prima fila sulla graticola dell’indagine antidroga denominata “Zar”, deflagrata lo scorso 12 aprile con tredici provvedimenti restrittivi.

Nel mirino una presunta rete di spaccio, con la coppia di fratelli ritenuta al timone.
Una lettura della vicenda che ha perso un pezzo importante ieri mattina all’indomani della discussione in camera di consiglio. Con le argomentazioni del difensore del 51enne Soloperto, l’avvocato Biagio Leuzzi, che hanno aperto un varco nelle contestazioni rivolte al suo assistito.
Una breccia nella quale si sono infilate, evidentemente, le valutazioni del collegio giudicante che ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere spiccata dal gip. E conseguente immediata liberazione di Soloperto.
Con lo stesso provvedimento, peraltro, i giudici hanno concesso il beneficio degli arresti domiciliari alla 25enne Tonia Cotugno, anche lei assistita dall’avvocato Biagio Leuzzi, e a Giuseppe e William Vozza, rispettivamente di 21 e 22 anni, difesi dagli avvocati Raffaele Strada e Rosario Frascella.
 
Il Tribunale, infine, ha confermato l’ordinanza di custodia cautelare per Francesco Soloperto, figlio di “Lino Capone”, Raffaele Carriero e Graziano Antonucci.
Decisioni che si potranno decifrare in maniera più completa solo nei prossimi giorni quando il collegio depositerà le motivazioni dell’ordinanza.
Come accennato al vaglio del riesame sono giunti i ricorsi di sette dei tredici indagati raggiunti dai provvedimenti restrittivi nei quali è sfociata l’indagine battezzata Zar.

Inchiesta con la quale i carabinieri ritengono di aver inquadrato una rete di spaccio di droga attiva nel versante orientale della provincia. Con epicentro proprio a San Marzano di San Giuseppe. Le indagini, dirette dal pm Ida Perrone, erano culminate nelle ordinanze restrittive firmate dal gip Paola Incalza. Provvedimenti eseguiti all’alba del 12 aprile da una task force com Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia