Precetto pasquale a Taranto, l'arcivescovo: «Un futuro diverso per ex Ilva»

Precetto pasquale a Taranto, l'arcivescovo: «Un futuro diverso per ex Ilva»
«Le ragioni nazionali non possono gravare su quelle locali e su una comunità disillusa perché da troppo tempo aspetta che quelle industriali siano...

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«Le ragioni nazionali non possono gravare su quelle locali e su una comunità disillusa perché da troppo tempo aspetta che quelle industriali siano coniugate con le ragioni ambientali». Dure le parole dell'arcivescovo di Taranto Filippo Santoro che questa mattina ha celebrato la messa del precetto pasquale presso l'ex Ilva di Taranto. L'arcivescovo chiede che si investa si «innovazione tecnologica e che si comincino a vedere i segnali di una inversione di rotta».

Il precetto pasquale

Si è svolto questa mattina il tradizionale precetto pasquale nello stabilimento tarantino Acciaierie Italia. Presente alla celebrazione, il presidente Francesco Bernabè che ha puntualizzato sull’attuale situazione internazionale e sulle prospettive future che riguardano Taranto, in quanto “entità industriale sana e fonte di ricchezza per il territorio”.

Incisive le parole dell'arcivescovo Filippo Santoro. Superare la «pantomina delle risorse per le bonifiche che vengono spostati da un capitolo all’altro», così Santoro ha detto senza mezzi termini e coniugare il diritto alla salute con la dignità del lavoro sono i temi emersi con forza durante la celebrazione. «Questa fabbrica è un cenacolo oggi», ha proseguito Santoro che, a più riprese, si è soffermato sul concetto di "vicinanza", verso gli operai con l'auspicio che lo stabilimento diventi «un luogo modello per lo sviluppo di questa terra e che si trasformi da problema a soluzione».

L'omelia dell'arcivescovo 

«Di fronte al decreto Energia dei giorni scorsi abbiamo delle domande che non possono essere evase: si è parlato di abbandono del ciclo completo del carbone, ma al tempo stesso si torna a parlare di aumento della produzione dell'acciaieria tarantina, aumento della produzione che non può non incidere sulla salute dei tarantini. D'altro canto l'azienda annuncia nuova cassa integrazione: meno lavoro per tutti», ha detto l'arcivescovo di Taranto Filippo Santoro nell'omelia del precetto pasquale celebrato nello stabilimento siderurgico.

«Ancora una volta, l'ennesima, le ragioni nazionali, e internazionali, rischiano - ha aggiunto - di gravare su quelle locali, su una comunità disillusa perché da troppo tempo aspetta che quelle industriali siano coniugate con le ragioni ambientali». Monsignor Santoro si è soffermato poi sul programma delle bonifiche e ha definito una «pantomima» lo spostamento di risorse «da un capitolo di spesa all'altro senza che nulla sia stato ancora fatto: siamo dove eravamo: il Mar Piccolo è sempre inquinato, i terreni lo sono, con grave nocumento per la diversificazione economica locale».

Infine l'arcivescovo ha rivolto un appello «ai responsabili del Governo che sono intervenuti alla 49esima Settimana Sociale e ai due partner di questa azienda: fateci ancora sperare che il futuro di questa acciaieria, la più grande d'Europa possa essere diverso; che le ragioni della salute e della vita dei lavoratori e di tutti i tarantini insieme, con la dignità del lavoro possano essere difese. Che si investa nell'innovazione tecnologica. Che - ha concluso - si comincino a vedere i segnali di una inversione di rotta».

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Quotidiano Di Puglia