L'operatrice sanitaria senza tampone: «Ho tutti i sintomi, aspetto da 25 giorni»

L'operatrice sanitaria senza tampone: «Ho tutti i sintomi, aspetto da 25 giorni»
Venticinque giorni senza tampone, nonostante sia un'operatrice sanitaria e abbia tutti i sintomi, che adesso iniziano a diventare sempre più gravi, come le crisi...

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Venticinque giorni senza tampone, nonostante sia un'operatrice sanitaria e abbia tutti i sintomi, che adesso iniziano a diventare sempre più gravi, come le crisi respiratorie. È l'esperienza che sta vivendo Marina Longo, 29enne di Carosino, in provincia di Taranto, che lavora in una Rsa in Piemonte, una delle regioni più colpite dall'epidemia da coronavirus. Di certo, quando ha intrapreso questa carriera lavorativa non si sarebbe mai aspettata di dover affrontare una pandemia.


Non sa neanche lei come sia finita nell'occhio del ciclone. Quando tutto è iniziato sapeva di essere un soggetto a rischio, era sicura che non avrebbe avuto problemi ad avere il tampone, laddove si fosse ammalata. Invece nulla. Nella struttura è stata in contatto con diversi anziani e colleghi che sono risultati positivi al Covid-19. Sapeva che probabilmente sarebbe toccato anche a lei. Non immaginava però di essere abbandonata in isolamento, con una dissenteria che dura da venti giorni e i sintomi che iniziano ad avvicinarsi alla dispnea. I colpi di tosse sono continui anche mentre racconta la sua storia al telefono. «Ho iniziato a stare male il 5 aprile, con febbre alta e ancora adesso ho tutto i sintomi, che vanno ad aggravarsi - racconta la ragazza - sono ancora in attesa di fare il tampone. Ho seguito tutte le procedure, ho allertato il medico di base, guardia medica, datore di lavoro, Usca, Asl di Torino, ho chiamato perfino l'ufficio per il cittadino, ma non c'è stato niente da fare, è un continuo rimbalzo di responsabilità e competenze. L'aspetto che mi amareggia maggiormente è che nel frattempo ho contagiato il mio compagno, con cui divido l'appartamento. Adesso ha tutti i sintomi anche lui. Sono del mestiere e quindi so che, finché si può, è meglio cercare di stabilizzare e tenere sotto controllo la situazione a casa, paradossalmente un posto più sicuro dell'ospedale. Ma ho ripetuto più volte la terapia e non fa nessun effetto. Continuo a stare male, ad avere tutti i sintomi. Ho avuto nuovamente crisi respiratorie. Ho dolori forti, soprattutto ai polmoni».

Qualche giorno fa Marina, dopo una crisi respiratoria, ha finalmente ricevuto la visita di un medico dell'Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale), che l'ha visitata e le ha spiegato che il virus ha probabilmente intaccato i polmoni e il loro funzionamento. «Il problema è che se non hai il risultato di un tampone, non puoi avere farmaci più adeguati - prosegue Marina Longo - così il medico mi ha prescritto un semplice antinfiammatorio per i dolori». La vicenda diventa grottesca quando una amica dell'operatrice socio sanitaria, preoccupata per il suo stato di salute, inizia ad inviare e-mail all'unità di crisi della Regione Piemonte, come oggetto scrive: Emergenza Covid-19. Richiesta di intervento immediato. La risposta dell'ente è stata celere ed è stata la seguente: Gentilissima, da una ricerca dalla piattaforma Covid, risulta che il tampone è stato eseguito pochi giorni fa. In merito ai risultati, essendo dati sensibili, ci dovrebbe contattare la diretta interessata o il suo medico. Tuttavia, quel tampone non è mai stato eseguito. Un aspetto surreale.


Marina è ancora in isolamento a casa, ancora non sa se è positiva ma ha tutta la sintomatologia della malattia e non può avviare le cure adeguate a contrastare un'infezione che diventa, giorno dopo giorno, sempre più estesa. «Il mio datore di lavoro dice che l'Usca può provvedere autonomamente alla richiesta di tampone, dall'Usca affermano che prima deve pervenire la segnalazione dalla struttura. Lo stallo è stato causato da errori di comunicazione tra gli enti, con continui rimpalli di responsabilità. Non so più a chi credere a chi rivolgermi». Adesso Marina sta pensando di chiamare il 118. L'ultimo tentativo che le rimane. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia