Ci sono quattordici indagati, dodici dei quali ancora minorenni, per la morte avvenuta l’altro ieri, dopo 18 giorni di agonia nella rianimazione del Giannuzzi a Manduria...
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Ripetutamente, secondo gli inquirenti, avrebbero abusato dello stato di isolamento e di disagio psichico in cui viveva l’uomo, un ex dipendente dell’arsenale militare in servizio a Taranto sino all’età del pensionamento. A trovarlo in condizioni pietose lo scorso 6 aprile, seduto su una sedia dalla quale non si muoveva da giorni, sono stati gli agenti del commissariato di polizia di Manduria che si erano appostati per incastrare gli aggressori a cui da giorni davano la caccia. Stano che non si era mai sposato e viveva da solo in casa, ha solo un’anziana sorella che vive a Manduria ed un nipote che lavora al Nord e si prendeva cura di lui. A portare all’attenzione delle forze dell’ordine lo stato di profondo disagio vissuto dal pensionato, erano stati alcuni suoi vicini che avevano denunciato episodi di bullismo nei suoi confronti da parte di balordi del posto, alcuni molto piccoli, i quali, ripetutamente, si sarebbero introdotti in casa per derubarlo usando su di lui violenza e sevizie. Quando i poliziotti sono riusciti ad entrare in casa, dopo una lunga trattativa per convincerlo che non si trattava dei soliti aguzzini, si sono resi conto che l’uomo era allo stremo delle forze. Non dormiva e non si alimentava da giorni e si reggeva in piedi a fatica. Così, contro la sua volontà, hanno chiamato il 118 il cui personale lo ha convinto a farsi portare all’ospedale per un controllo.
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Quotidiano Di Puglia