La protesta dei genitori «Occupiamo le scuole»

La protesta dei genitori «Occupiamo le scuole»
Proprio i disagi sopportati dai bambini e dalle famiglie dopo la chiusura delle scuole vicine alle collinette tossiche, hanno spinto il gruppo di genitori che ha assistito alla...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Proprio i disagi sopportati dai bambini e dalle famiglie dopo la chiusura delle scuole vicine alle collinette tossiche, hanno spinto il gruppo di genitori che ha assistito alla conferenza stampa dei consiglieri Battista e Fornaro ad aprire il cancello della Deledda per accedere al cortile. Un gesto dimostrativo per sollecitare un confronto con l'amministrazione comunale.

«Dopo non aver ottenuto risposte dal sindaco in merito alla Pec inviati circa due mesi (risposta che doveva arrivare entro 30gg) e alla luce dei dati appresi questa mattina dalla conferenza stampa dei consiglieri comunali Battista, Fornaro e Corvace - riferiscono in un comunicato stampa -, abbiamo deciso di occupare in maniera permanente le scuole in questione (specificamente Scuola Deledda). La nostra permanenza sarà ad oltranza fino a quando chi di competenza non verrà a portare risposte concrete, certe e verificabili rispetto all'inizio del nuovo anno scolastico che ad ora è completamente incerto. Ribadiamo assolutamente che non vogliamo spostare i nostri figli e le nostre figlie presso istituti che si trovano al di fuori dei Tamburi perché pretendiamo di vivere e restare liberamente nel nostro quartiere. Il tempo è scaduto».
Già in mattinata alcune mamme hanno deciso di raggiungere la vicina piazza Masaccio, dove era in corso la commemorazione per la giornata delle vittime del lavoro: alla cerimonia era presente, tra le altre autorità, il vicesindaco di Taranto Paolo Castronovi. Terminata la cerimonia, il gruppo di mamme dei Tamburi lo ha avvicinato per mostrargli la copia del documento con i dati Arpa, che rilevano nella collinetta dietro la Deledda un superamento della concentrazione massima di diossina.
La soglia prevista dalla norma è fissata a 10 nanogrammi, mentre in quella porzione analizzata di terreno è di 45,06 nanogrammi, oltre 4 volte il limite consentito (la concentrazione di pcb è invece sette volte superiore al valore massimo). «Perché non li avete diffusi?», gli contestano le mamme.
C'è una ragione, risponde il vicesindaco. «Prima di darvi questi dati - ha detto Castronovi - ho bisogno che chi li ha elaborati mi dica nettamente se c'è o no il pericolo per la vita umana». Per questo motivo, ha annunciato, il sindaco Melucci ha chiesto al prefetto un tavolo tecnico con Arpa e Asl sui risultati delle analisi. «Non me la sento di darvi notizie che facciano clamore, perché al momento certezze non ne abbiamo».
Le mamme ribattono che «il pericolo c'è», ma Castronovi fa notare invece che su quella relazione «non c'è scritto da nessuna parte che questi dati sono dannosi per la salute».
Il tavolo tecnico richiesto da Melucci dovrebbe tenersi entro una decina di giorni. Dopo il confronto con Castronovi, il gruppo di mamme è ritornato alla Deledda, dove nel frattempo proseguiva la protesta. Nelle ore successive hanno anche postato un video sui social.

«Questo è un messaggio che rivolgiamo a tutta la cittadinanza - dice una di loro -, non solo al quartiere Tamburi e non solo alle mamme che hanno i figli che frequentano le scuole Deledda e De Carolis, che sono state chiuse come da ordinanza». «Visto che questa mattina abbiamo avuto dei dati che sono abbastanza allarmanti - continua -, invitiamo gli altri genitori a mettersi una mano sulla coscienza e di venire qui ad aiutarci, a farci sentire, perché non è più possibile che l'amministrazione faccia quello che gli pare, mentre noi siamo qui ad aspettare che fine faranno i nostri figli a settembre».
N.Sam. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia