"Le piccole imprese di autotrasporto dell'indotto Ilva sono sull'orlo del baratro economico. Assistiamo a un caos calmo, tutto tace, silenzio assoluto sulla vicenda,...
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La protesta terminò dopo "l'ulteriore promessa dell'affidamento di maggiori lavori di trasporto alle aziende tarantine direttamente interessate nella vicenda Ilva". Ma quell'accordo, precisa Fallone, "era completamente diverso da quello sottoscritto dalle associazioni nazionali di categoria, perché noi tarantini siamo, o pensiamo di esserlo, più bravi e piu' furbi". Casartigiani ha deciso di "denunciare la situazione pubblicamente e sul tavolo istituzionale con l'azienda, a tutela dei piccoli autotrasportatori che nella Provincia di Taranto non hanno contratto diretto con Ilva: una platea di circa 300 realtà, senza diritti, sottopagate ed a volte non pagate affatto".
Secondo Fallone il "sub-indotto Ilva, a causa della crisi di quest'ultima, entro dicembre chiuderà i battenti, annaspando fra debiti con Equitalia ed istituti bancari, fidi revocati e cambiali. Per questo abbiamo chiesto la ridefinizione e il controllo dei requisiti di tutti i fornitori Ilva del capoluogo ionico e la riapertura di un nuovo bando di gara per l'assegnazione dei contratti in materia di trasporto". Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia