Il villaggio è in regola: 10 anni dopo assoluzioni e restituzione delle case

Il villaggio è in regola: 10 anni dopo assoluzioni e restituzione delle case
Cadono le accuse e le condanne inflitte in primo grado vengono cancellate, con l’assoluzione o per intervenuta prescrizione. E gli immobili finiti sotto chiave ritornano...

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Cadono le accuse e le condanne inflitte in primo grado vengono cancellate, con l’assoluzione o per intervenuta prescrizione. E gli immobili finiti sotto chiave ritornano agli acquirenti che li avevano acquistati in totale buona fede. Così la Corte di Appello di Taranto ha riscritto la storia giudiziaria che ha travolto la costruzione del complesso turistico “Città del Catalano”, realizzato a castellaneta Marina.

Un insediamento sul quale si erano concentrate le attenzioni della procura jonica alla luce delle presunte anomalie che si riteneva avessero viziato la procedura di autorizzazione funzionale alla costruzione di ben trecento appartamenti del centro residenziale, investito da una pioggia di sigilli nel novembre di dieci anni fa. Tutta colpa delle irregolarità che gli inquirenti ritennero di aver scovato nella procedura amministrativa. Anomalie che portarono alle contestazioni di abuso di ufficio e lottizzazione abusiva. Imputazioni che portarono sotto processo tre persone, due delle quali nel 2013 vennero anche condannate. Sentenza che, però, è stata ribaltata dalla Corte di Appello che ha assolto Liborio Dibattista, amministratore della società proprietaria della zona in cui venne costruito il villaggio Catalano, e Pasquale D’Alò, funzionario dell’ufficio tecnico del comune di Castellaneta all’epoca dei fatti. Proprio su di loro, quattro anni fa, ricadde il verdetto di condanna di primo grado. Con i giudici del Tribunale che inflissero ad entrambi tre anni di reclusione, confermando la lettura della complessa vicenda formulata dalla procura. In appello, però, il procedimento ha imboccato una vera e propria inversione.

 Con la Corte che ha sposato le argomentazioni proposte dai legali dei due difensori, assistiti in giudizio degli avvocati Franz Pesare e Giuseppe Chiello. Nello specifico con il suo dispositivo, la Corte ha decretato l’assoluzione di entrambi gli imputati dalla contestazione di abuso d’ufficio e contestualmente ha disposto il non luogo a procedere per la contestazione di lottizzazione abusiva, cancellato dalla prescrizione. Una rilettura della vicenda giudiziaria che ha inevitabilmente travolto anche il sequestro dell’imponente patrimonio immobiliare. La Corte, infatti, ha cancellato la confisca di tutto il villaggio turistico. Con le costruzioni che torneranno nella disponibilità dei legittimi proprietari, alcuni dei quali si sono costituite parte civile in giudizio mediante gli avvocati Fabrizio Lamanna e Luigi Palmieri. La vicenda prese il via nel novembre del 2007 quando sotto chiave finì l’intero complesso, realizzato in un’area a verde poco lontano dal mare e composto da abitazioni, un albergo e diverse strutture sportive. La tempesta giudiziaria venne scatenata sul presupposto che i permessi rilasciati alla società erano stati approvati senza il via libera della soprintendenza per i Beni e le attività culturali e dell’Ufficio parchi della Regione Puglia. Di qui i sigilli che vennero apposti dai militari del Corpo Forestale e il successivo processo che è giunto allo snodo del secondo grado di giudizio con la sentenza di assoluzione, la revoca della confisca e la cancellazione delle statuizioni civili per i due imputati. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia