Giochi del Mediterraneo: è corsa contro il tempo per la piscina e lo stadio

Mancano circa 28 mesi allo start della grande manifestazione. Per il via libera al decreto si è in attesa della Corte dei Conti: sul tavolo un investimento complessivo di 275 milioni di euro

A sinistra l’intervento del sindaco Rinaldo Melucci Foto Studio Ingenito A sinistra l’intervento del sindaco Rinaldo Melucci Foto Studio Ingenito
Il sì della Regione Puglia all’intesa col Governo per i primi 27 impianti sportivi dei Giochi del Mediterraneo, il decreto dei ministri Fitto, Abodi e Giorgetti con...

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Il sì della Regione Puglia all’intesa col Governo per i primi 27 impianti sportivi dei Giochi del Mediterraneo, il decreto dei ministri Fitto, Abodi e Giorgetti con l’elenco delle opere e delle risorse, e la venuta l’altro ieri a Taranto dello stesso Abodi, sono certo un passo avanti per l’evento del 2026 ma non costituiscono ancora lo start della fase operativa. Quella che deve portare all’avvio delle gare di appalto mentre mancano circa 28 mesi alla cerimonia inaugurale. Non può essere ancora abbassata la bandierina dello start perché manca la bollinatura della Corte dei Conti.

Serve infatti l’ok di quest’ultima per rendere il decreto operativo. La Corte dei Conti dovrebbe pronunciarsi nel giro di una settimana, ma bisognerà vedere se è una previsione ottimistica o reale. È tutt’altra vicenda, forse il raffronto non andrebbe neanche fatto, ma un paio di anni fa per il progetto di Ferretti a Taranto per gli yacht (di recente saltato) ci volle più di qualche mese perché la Corte registrasse il decreto dell’allora ministro per il Sud, Mara Carfagna, che rimodulava le risorse del Contratto di sviluppo per Taranto spostandone una quota a favore dell’investimento nella nautica. Il senso, quindi, è che non si può dare nulla per scontato e che sarà necessario porre attenzione anche su questo aspetto.

I dettagli

Da quello che ha appreso Quotidiano, sarà un solo decreto che riporta tutto e che assegna al commissario dei Giochi, Massimo Ferrarese, anche la facoltà di sostituirsi ai Comuni che non dovessero rispettare i tempi del cronoprogramma tra adempimenti organizzativi, appalto, inizio dei lavori e avvio del cantiere. Il decreto è finanziato complessivamente per 167 milioni, frazionati su ciascuna opera su indicazione del commissario. In sostanza, ogni opera ha il suo importo e sono indicati anche i tempi di inizio e di conclusione sia della gara che dei lavori. Una volta che il decreto sarà stato bollinato dalla Corte dei Conti ed acquisito dal commissario, quest’ultimo ha già pronto il protocollo d’intesa con i Comuni finanziati che, a quel punto, saranno convocati per procedere alla sottoscrizione dell’intesa. In essa si specificherà quanto il Comune riceverà per la progettazione fatta e quanto per l’inizio dei lavori e si fisserà, inoltre, la tempistica di avvio e conclusione lavori. La differenza tra otto-nove mesi fa ed oggi, si osserva all’interno della struttura commissariale, è che l’80-90% dei Comuni che ospiteranno i Giochi, hanno già il progetto pronto. E quindi può essere affrontata la fase successiva. Invece se si fosse partiti ora con le progettazioni, inevitabilmente i Giochi sarebbero saltati perché non ci sarebbero più stati i tempi. Diciamo pure che per gli interventi più rilevanti, il commissario ha dovuto esercitare una moral suasion sui progettisti, invitandoli ad andare avanti e rassicurandoli sul fatto che i fondi a copertura dei progetti sarebbero arrivati da parte del Governo. È il caso, per esempio, di Sport e Salute, la società incaricata dello stadio, che aveva chiesto un’anticipazione a seguito dell’incarico. Oppure dello studio di architettura di Prato, incaricato di redigere il progetto della piscina olimpionica.

I 167 milioni non arriveranno in un’unica soluzione ma per tranche, così come il commissario li ha chiesti. E anche quest’aspetto è regolamentato dal decreto. I primi 100 dovrebbero essere dati subito, comprensivi degli iniziali 20 messi nella disponibilità del commissario dopo il suo insediamento la scorsa estate, e il resto a seguire. I 167 milioni non serviranno tutti subito, bensì man mano che le opere procederanno. Saranno spesi in base agli stati di avanzamento. Con i primi 100 milioni, il commissario erogherà ai Comuni una somma che coprirà sia la progettazione fatta, che l’acconto che gli stessi Comuni dovranno dare alle imprese vincitrici della gara. Essendo di 275 milioni il plafond dei Giochi - 150 milioni dello stanziamento del 2022 e 125 della legge di Bilancio del 2024 - ed essendo per ora impegnata una quota di 167, ne restano disponibili 108. Di questi, circa 30 serviranno alle spese di organizzazione, mentre il resto finanzierà il secondo master plan che recupererà alcuni interventi non finanziati nel primo ma, soprattutto, l’estensione di alcuni progetti già finanziati. Si tratta dei lavori allo Iacovone, per esempio, che nel decreto hanno una dote di 28 milioni mentre il piano nel frattempo è salito a circa 50 poiché significativamente ampliato. E poi della piscina per la quale nel decreto è stato confermato l’intero finanziamento di 37 milioni. Lo stadio del nuoto, al contrario dello Iacovone, non avrà bisogno di ulteriore risorse. Tra i Comuni che, avendo i progetti pronti, possono partire con le gare d’appalto, ci sono Martina Franca, Massafra, Torricella, Crispiano e Grottaglie. Anche Lecce può partire: il Piano di fattibilità tecnico-economica per la ristrutturazione dello stadio di Via del Mare è pronto. A Brindisi, invece, ci sarebbero ritardi sullo stadio (ci sono 10 milioni, di cui 6 per il campo di calcio), mentre Taranto può partire col centro degli sport nautici in Mar Piccolo: vela, canoa e canottaggio nell’area dell’ex stazione torpediniere della Marina.

Intanto, a margine della visita di Abodi, c’è un commento di Mattia Giorno, ex assessore comunale e dirigente Pd: “La Regione ha risposto, in una settimana, con la lettera di approvazione e la conseguente delibera di giunta regionale, certa dell’importanza di procedere in maniera celere. Ora la palla torna nelle mani del Governo e del commissario Ferrarese per correre verso la realizzazione delle opere”. Risponde Ferrarese: “Certo, la Regione ha scelto 24 dei 27 luoghi per gli impianti, ma il problema non era questo, quanto fare tutti gli atti - progetti, gare, lavori - per avere le opere. In quattro anni questo non c’è stato. E i Giochi, che a ottobre erano stati tolti a Taranto dal comitato internazionale perché non si vedeva luce, gli abbiamo ripresi per miracolo”.

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Quotidiano Di Puglia