Ex Ilva, Renantis-BlueFloat Energy rispolvera la via green: «L’idrogeno dall’eolico»

In un convegno la manager Balanda fa tornare in auge il vettore: «L’energia dei parchi galleggianti in grado di alimentare l’acciaieria». I commissari a Genova: «Condizioni difficili, ma stiamo lavorando»

STABILIMENTO ILVA REPARTO ACCIAIERIA
A volte ritornano. Nel magma della vertenza ex Ilva sempre più costellata da punti interrogativi, nell’ultimo periodo la questione idrogeno era scesa nelle gerarchie...

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A volte ritornano. Nel magma della vertenza ex Ilva sempre più costellata da punti interrogativi, nell’ultimo periodo la questione idrogeno era scesa nelle gerarchie per i tanti problemi che attengono alla stretta quotidianità. Ieri, però, un annuncio a un convegno organizzato da “Il Sole 24 Ore” che si è tenuto a Milano con il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin fa tornare di attualità il vettore green: con una capacità di eolico galleggiante installata in Italia di 5,5 Gigawatt entro il 2032 dalla joint venture Renantis-BlueFloat Energy è possibile produrre idrogeno per «alimentare l'ex-Ilva». Ad affermarlo è stato il direttore generale della società, Ksenia Balanda.

Secondo Balanda «senza l'eolico offshore gli obiettivi Ue sull'idrogeno verde, pari a 6 Gw di elettrolizzatori entro l'anno e 40 Gw entro il 2030 sarebbero più lontani e molto più faticosi da raggiungere». «La nostra capacità di 5,5 Gw installata in Italia entro il 2030-2032 - ha proseguito la manager - consentirà un risparmio di Co2 pari a 11 milioni di tonnellate l'anno, con una produzione di idrogeno verde di 400 mila tonnellate, sufficiente per far andare milioni di macchine, 30/40mila autobus o per coprire quasi la produzione annuale di un'acciaieria come l'ex-Ilva».

In Puglia la joint venture paritetica tra Renantis e BlueFloat Energy sta sviluppando due parchi eolici marini galleggianti: “Kailia”, al largo della costa di Brindisi, e “Odra”, al largo della costa meridionale della provincia di Lecce. Per entrambi i progetti è stata avviata di recente la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, sottoponendo al Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica e al Ministero della Cultura i due studi di impatto ambientale.

Parole che riaprono una pista che sembrava essere stata realisticamente accantonata, almeno a stretto giro, dalle parole risalenti a qualche settimana fa del commissario di Acciaierie d’Italia Tabarelli. Per il quale «tutti vorremmo poco carbonio e più idrogeno. Il problema è trovarlo. Nel mondo si fanno 2 miliardi di tonnellate di acciaio: un terzo col rottame, 100 milioni col preridotto e la parte più grande col carbone. Tutti vogliono il preridotto per il forno elettrico ma poi l’elettricità bisogna farla. Certo, sarebbe bello farla solo con le pale eoliche o col fotovoltaico, ma l’unico impianto che c’è in Italia, nonostante ne parliamo da 40 anni, è questo di Taranto che non è neanche un eolico offshore ma è attaccato alla spiaggia».

Le novità 

Ieri, intanto, due novità sulla vertenza. Innanzitutto è stato convocato un incontro a Roma per il 7 maggio alle ore 11 dopo la richiesta avanzata da Fiom, Fim e Uilm.

Inoltre, su istanza dei Commissari straordinari di Acciaierie d'Italia, già in amministrazione straordinaria dallo scorso 20 febbraio, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha sottoscritto il decreto di estensione della procedura di amministrazione straordinaria anche alla Holding (Acciaierie d'Italia Holding S.p.A.), confermando i commissari straordinari già nominati per le altre Società del Gruppo, Giancarlo Quaranta, Giovanni Fiori e Davide Tabarelli. L'amministrazione straordinaria anche per la Holding, si legge in una nota del Mimit, consentirà ai Commissari di gestire in modo unitario e coordinato tutte le attività del Gruppo, al fine di assicurare la prosecuzione dell'attività economica e produttiva dei rami in affitto.

E proprio ieri i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia, Giovanni Fiori, Giancarlo Quaranta e Davide Tabarelli, sono intervenuti in occasione della celebrazione del precetto pasquale presso le Acciaierie di Cornigliano a Genova.

Giovanni Fiori, a nome dei tre Commissari straordinari, ha dichiarato: «Abbiamo accettato l’incarico con grande senso di responsabilità e con grande orgoglio, perché al Paese serve l’acciaio italiano e la siderurgia italiana. In un mese e mezzo abbiamo varato un piano di ripartenza a breve termine, sono partiti i primi impianti e stiamo definendo in questi giorni un piano industriale a medio termine. Appena sarà perfezionato verrà presentato alle organizzazioni sindacali, per dimostrare che Acciaierie d’Italia è un’azienda che può ripartire con forza. Alla fine del prossimo anno, l’obiettivo è quello di arrivare a produrre le tonnellate di acciaio massime consentite dall’attuale contesto normativo».

«L’azienda attualmente è in condizioni difficili - ha concluso - lo sforzo ora deve essere concentrato a rimettere in ordine una realtà che deve ritornare ad essere il motore della siderurgia italiana. Stiamo riscontrando in maniera straordinaria l’impegno dei lavoratori, dei territori e della politica: tutti fattori essenziali per la ripartenza e rinascita di un patrimonio importante dell’industria italiana».

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Quotidiano Di Puglia