Una media di presenze giornaliere di 3.300 diretti e circa 1.600 dell'indotto. La cassa integrazione al momento coinvolge una media di 2.600 unità al giorno mentre tra...
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Le tute blu hanno evidenziato criticità verificatesi in questi giorni rispetto alla gestione della Cigo con causale Covid-19 che di fatto hanno procurato dei disagi ai lavoratori, soprattutto nelle comunicazioni con cui sono state inoltrate le lettere di Cassa integrazione senza un minimo di preavviso e di un coinvolgimento dei rappresentati dei lavoratori. Pertanto, è stato chiesto all'azienda di programmare e calendarizzare incontri specifici con i rappresentanti sindacali unitari, area per area, al fine di affrontare le problematiche emerse in questi giorni a partire da una rotazione equa della cassa integrazione. Per quanto riguarda la presenza giornaliera in fabbrica, tra diretti e indiretti, registra un numero al di sotto dei 5mila dipendenti e di circa 200 in smart-working. Per la precisione, dal 6 aprile a ieri la media quotidiana delle presenze dirette è stata di 3.315 mentre negli appalti si è registrata una media di 1.632 unità.
In malattia, ci sono in media circa 200 persone mentre i permessi per la Legge 104 sono 417. Da aggiungere poi gli assenti per ferie, permessi e congedi. In riferimento all'installazione delle termocamere per la rilevazione della temperatura corporea ai dipendenti, l'azienda ha comunicato che sono state acquistate e nei prossimi giorni saranno operative presso le portinerie dello stabilimento siderurgico. Sulla questione dei test rapidi, ArcelorMIttal ha avviato un'interlocuzione con alcuni laboratori qualificati e Asl per attivare un ulteriore strumento rafforzativo in termini di prevenzione di contagio Covid-19 ma il monitoraggio non è imminente. Sono in corso, inoltre, le sanificazioni sugli impianti di condizionamento in Acciaieria 2. Questione Afo2. Come risaputo, è uno degli impianti fermati in questo periodo. Secondo fonti sindacali, al di là delle prescrizioni della magistratura correttamente eseguite dall'azienda, sono sospese quelle propedeutiche a un prossimo riavvio. È chiaro che fino al 3 maggio tutto è sospeso ma, se non dovessero esserci novità a breve, gli interrogativi aumenterebbero anche perché la ripartenza di un altoforno necessita di diverse operazioni preliminari. Capitolo indotto. La situazione è molto complessa e delicata. Ai sindacati l'azienda ha spiegato che ad oggi sono state pagate le fatture per oltre 23 milioni di euro e che gli stessi pagamenti continueranno nei prossimi giorni. In pratica, una somma che coprirebbe oltre il 50% dello scaduto alle imprese. Martedì è previsto un confronto tra azienda e Confindustria in prefettura per maggiori dettagli ma i segnali dall'associazione sono di tensione.
Si è aperto anche il fronte degli autotrasportatori: oltre ai crediti pregressi, lamentano l'avvio di una nuova piattaforma per la gestione di tutti i servizi di trasporto che aprirebbe a una guerra al ribasso. Proprio ieri il gruppo ArcelorMittal ha annunciato di aver ricevuto una nuova linea di credito da 3 miliardi di dollari da un pool di banche che rafforza ulteriormente la posizione in termini di liquidità che era pari a 10,5 miliardi di dollari alla data del 31 dicembre. Sebbene l'azienda non abbia un bisogno immediato di utilizzare questa linea di credito - si legge in un comunicato - essa fornisce ulteriore flessibilità finanziaria in un momento di circostanze straordinarie. Caustico il commento di Vincenzo Cesareo, ex presidente di Confindustria Taranto e amministratore di una delle imprese degli appalti: «Chissà se con tutta sta liquidità decidono di pagare un po' di debiti». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia