Ex Ilva, 3300 diretti e 1600 di indotto: oltre 600 operai assenti

Ex Ilva, 3300 diretti e 1600 di indotto: oltre 600 operai assenti
di Alessio PIGNATELLI
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Venerdì 17 Aprile 2020, 08:52
Una media di presenze giornaliere di 3.300 diretti e circa 1.600 dell'indotto. La cassa integrazione al momento coinvolge una media di 2.600 unità al giorno mentre tra malattia e permessi per la legge 104 ci sono più di 600 persone assenti. Questi i numeri di ArcelorMittal snocciolati nel confronto tra azienda e sindacati. A questi ultimi restano comunque perplessità su alcuni temi a partire dalla modalità dell'ammortizzatore sociale fino allo stallo su Afo2. Al di là delle prescrizioni previste dalla Procura sull'altoforno regolarmente applicate, sarebbero infatti ferme le attività manutentive propedeutiche alla ripartenza dell'impianto. Un immobilismo che ha fatto sorgere dubbi. Riunione ieri nello stabilimento tarantino. Presenti i rappresentanti di Fim, Fiom, Uilm e Usb e i vertici di ArcelorMittal.

Le tute blu hanno evidenziato criticità verificatesi in questi giorni rispetto alla gestione della Cigo con causale Covid-19 che di fatto hanno procurato dei disagi ai lavoratori, soprattutto nelle comunicazioni con cui sono state inoltrate le lettere di Cassa integrazione senza un minimo di preavviso e di un coinvolgimento dei rappresentati dei lavoratori. Pertanto, è stato chiesto all'azienda di programmare e calendarizzare incontri specifici con i rappresentanti sindacali unitari, area per area, al fine di affrontare le problematiche emerse in questi giorni a partire da una rotazione equa della cassa integrazione. Per quanto riguarda la presenza giornaliera in fabbrica, tra diretti e indiretti, registra un numero al di sotto dei 5mila dipendenti e di circa 200 in smart-working. Per la precisione, dal 6 aprile a ieri la media quotidiana delle presenze dirette è stata di 3.315 mentre negli appalti si è registrata una media di 1.632 unità.

In malattia, ci sono in media circa 200 persone mentre i permessi per la Legge 104 sono 417. Da aggiungere poi gli assenti per ferie, permessi e congedi. In riferimento all'installazione delle termocamere per la rilevazione della temperatura corporea ai dipendenti, l'azienda ha comunicato che sono state acquistate e nei prossimi giorni saranno operative presso le portinerie dello stabilimento siderurgico. Sulla questione dei test rapidi, ArcelorMIttal ha avviato un'interlocuzione con alcuni laboratori qualificati e Asl per attivare un ulteriore strumento rafforzativo in termini di prevenzione di contagio Covid-19 ma il monitoraggio non è imminente. Sono in corso, inoltre, le sanificazioni sugli impianti di condizionamento in Acciaieria 2. Questione Afo2. Come risaputo, è uno degli impianti fermati in questo periodo. Secondo fonti sindacali, al di là delle prescrizioni della magistratura correttamente eseguite dall'azienda, sono sospese quelle propedeutiche a un prossimo riavvio. È chiaro che fino al 3 maggio tutto è sospeso ma, se non dovessero esserci novità a breve, gli interrogativi aumenterebbero anche perché la ripartenza di un altoforno necessita di diverse operazioni preliminari. Capitolo indotto. La situazione è molto complessa e delicata. Ai sindacati l'azienda ha spiegato che ad oggi sono state pagate le fatture per oltre 23 milioni di euro e che gli stessi pagamenti continueranno nei prossimi giorni. In pratica, una somma che coprirebbe oltre il 50% dello scaduto alle imprese. Martedì è previsto un confronto tra azienda e Confindustria in prefettura per maggiori dettagli ma i segnali dall'associazione sono di tensione.

Si è aperto anche il fronte degli autotrasportatori: oltre ai crediti pregressi, lamentano l'avvio di una nuova piattaforma per la gestione di tutti i servizi di trasporto che aprirebbe a una guerra al ribasso. Proprio ieri il gruppo ArcelorMittal ha annunciato di aver ricevuto una nuova linea di credito da 3 miliardi di dollari da un pool di banche che rafforza ulteriormente la posizione in termini di liquidità che era pari a 10,5 miliardi di dollari alla data del 31 dicembre. Sebbene l'azienda non abbia un bisogno immediato di utilizzare questa linea di credito - si legge in un comunicato - essa fornisce ulteriore flessibilità finanziaria in un momento di circostanze straordinarie. Caustico il commento di Vincenzo Cesareo, ex presidente di Confindustria Taranto e amministratore di una delle imprese degli appalti: «Chissà se con tutta sta liquidità decidono di pagare un po' di debiti».
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