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Confindustria Taranto esplora le possibilità che può offrire l’eolico per lo sviluppo di nuove filiere industriali. “Il 7 giugno - annuncia a Quotidiano il presidente di Confindustria Taranto, Salvatore Toma - faremo un convegno con Renexia, la società che in Mar Grande ha costruito il primo parco eolico offshore del Mediterraneo, e cominceremo a discutere che spazi possono aprirsi per le nostre aziende tra manutenzione e produzione”.
Il quadro
Ma se le ricadute dell’eolico sono una prospettiva interessante ma tutta da scoprire, tema del giorno, per Confindustria Taranto, è l’Ilva. D’altra parte, si è all’indomani di due passaggi importanti: il no al dissequestro degli impianti siderurgici, pronunciato con ordinanza dalla Corte d’Assise di Taranto, e gli accordi che prorogano a maggio 2024 gli attuali rapporti tra Ilva in amministrazione straordinaria e Acciaierie d’Italia, rispettivamente proprietario e gestore del siderurgico, e tra i soci di Acciaierie d’Italia, cioè ArcelorMittal per il privato e a Invitalia per il pubblico. “Noi - spiega Toma - avremmo senz’altro preferito che ci fosse stato il dissequestro degli impianti perchè questo avrebbe configurato una situazione stabile a medio e lungo termine. Visto, purtroppo, che il dissequestro non c’è stato e che non è stato nemmeno possibile perfezionare l’acquisto dell’azienda Ilva da parte di Acciaierie d’Italia, diciamo che la proroga, al momento, è la soluzione migliore che si potesse ottenere. Non assicura la stessa stabilità, ma due anni costituiscono comunque un tempo importante per programmare”. Certo, il no della Corte d’Assise è arrivato nello stesso giorno in cui si firmava la proroga di 24 mesi degli accordi, ma il verdetto del collegio non è che abbia influito molto, considerato che, fiutando l’aria negativa, le parti si erano messe al lavoro già da settimane proprio sulla proroga. “Sì - osserva Toma -, si è verificato quello che era nell’aria. Era già stato previsto che i punti chiave del contratto di dicembre 2020 non sarebbero stati rispettati per il mancato dissequestro. Adesso, però, non pensiamo solo all’avvenuta proroga. Concentriamoci, piuttosto, sul fatto che l’azienda non può restare così com’è e continuare a produrre ad un livello basso. Confindustria vuole che l’azienda, così come dichiarato dal gestore, aumenti la produzione e arrivi all’obiettivo annunciato, cioè 5,7 milioni di tonnellate di acciaio a fine 2022.
Quotidiano Di Puglia