Cgil, ricorso contro Kyma per tutelare un lavoratore: «Trasferimento illegittimo»

Cgil, ricorso contro Kyma per tutelare un lavoratore: «Trasferimento illegittimo»
Ancora una “grana” per Kyma Ambiente di Taranto, attaccata dalla Cgil per la vicenda che riguarda un lavoratore che sarebbe stato trasferito solo per aver chiesto lumi...

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Ancora una “grana” per Kyma Ambiente di Taranto, attaccata dalla Cgil per la vicenda che riguarda un lavoratore che sarebbe stato trasferito solo per aver chiesto lumi sul mancato versamento alla previdenza complementare. Secondo la Cgil Fp «l’azienda finita agli onori della cronaca per l’incresciosa vicenda del concorso sospeso per presunte irregolarità, ora trasferisce in maniera arbitrale un dirigente sindacale della Cgil, delegato per il sindacato all’interno nella municipalizzata tarantina all’igiene urbana. D’ora in poi (la nota di trasferimento è del 6 marzo) Fabio D’Andria, tecnico informatico, dovrà prestare la sua attività negli uffici dell’autoparco mezzi. Un trasferimento illegittimo - spiega in una nota Mimmo Sardelli, segretario generale della Funzione Pubblica Cgil -. La legge 300 del ‘70 regola questo tipo di decisioni e per lo Statuto dei Lavoratori il trasferimento di un componente sindacale, che spesso entra in contatto con i suoi colleghi diretti e ne rappresenta le istanze, può essere disposto solo previo nulla osta delle associazioni sindacali di appartenenza».

I fatti

Nulla osta che la Cgil non avrebbe fornito «perché Fabio D’Andria nel suo ufficio di provenienza ha instaurato un rapporto diretto con gli iscritti e non, tanto da rappresentarne anche istanze più “scomode”. Una su tutte: quella delle quote trattenute sugli stipendi dei lavoratori associati a Previambiente, un fondo di previdenza complementare per i dipendenti di aziende del settore igiene ambientale e affini. Circa l’80% dei dipendenti Amiu/Kyma Ambiente ha una trattenuta mensile dell’1% sul proprio stipendio. L’altro 2% dovrebbe essere versato dall’azienda – dice Sardelli – Queste quote, parliamo di circa 70/80 euro mensili di media, dovrebbero confluire in un fondo che Previambiente poi gestirebbe anche per erogare prestazioni e pensioni complementari per i lavoratori aderenti. Fabio D’Andria ha avuto solo l’”ardire” di chiedere all’azienda perché questi ratei, malgrado puntualmente trattenuti in busta paga, non venissero più versati al Fondo Complementare dal lontano novembre 2018. Alla luce di tutto ciò, abbiamo chiesto all’azienda agli inizi di marzo di revocare immediatamente il trasferimento che ci appariva una sorta di reazione scomposta rispetto alla richiesta di chiarimenti ma non avendo ricevuto risposta, depositeremo il ricorso ex art. 28 davanti all’autorità giudiziaria».

Per la Cgil ci sarebbero i contorni di «un atteggiamento antisindacale e di una certa arroganza aziendale rispetto a quesiti che riguardano soprattutto alcune voci del Bilancio aziendale che riguarda in particolar modo i dipendenti».

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Quotidiano Di Puglia