Ancora una “grana” per Kyma Ambiente di Taranto, attaccata dalla Cgil per la vicenda che riguarda un lavoratore che sarebbe stato trasferito solo per aver chiesto lumi sul mancato versamento alla previdenza complementare. Secondo la Cgil Fp «l’azienda finita agli onori della cronaca per l’incresciosa vicenda del concorso sospeso per presunte irregolarità, ora trasferisce in maniera arbitrale un dirigente sindacale della Cgil, delegato per il sindacato all’interno nella municipalizzata tarantina all’igiene urbana. D’ora in poi (la nota di trasferimento è del 6 marzo) Fabio D’Andria, tecnico informatico, dovrà prestare la sua attività negli uffici dell’autoparco mezzi. Un trasferimento illegittimo - spiega in una nota Mimmo Sardelli, segretario generale della Funzione Pubblica Cgil -. La legge 300 del ‘70 regola questo tipo di decisioni e per lo Statuto dei Lavoratori il trasferimento di un componente sindacale, che spesso entra in contatto con i suoi colleghi diretti e ne rappresenta le istanze, può essere disposto solo previo nulla osta delle associazioni sindacali di appartenenza».
I fatti
Nulla osta che la Cgil non avrebbe fornito «perché Fabio D’Andria nel suo ufficio di provenienza ha instaurato un rapporto diretto con gli iscritti e non, tanto da rappresentarne anche istanze più “scomode”.
Per la Cgil ci sarebbero i contorni di «un atteggiamento antisindacale e di una certa arroganza aziendale rispetto a quesiti che riguardano soprattutto alcune voci del Bilancio aziendale che riguarda in particolar modo i dipendenti».