​In carcere droga e telefonini nascosti nel cacao in polvere: 14 condanne

In carcere droga e telefonini nascosti nel cacao in polvere: 14 condanne
Quattordici condanne, per un totale di quasi un secolo di carcere. E assoluzione per due imputati. Questo il verdetto con il quale, ieri mattina, il gup Pompeo Carriere ha...

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Quattordici condanne, per un totale di quasi un secolo di carcere. E assoluzione per due imputati. Questo il verdetto con il quale, ieri mattina, il gup Pompeo Carriere ha condannato una parte degli imputati coinvolti nell’inchiesta con la quale la Polizia Penitenziaria e la squadra Mobile della Questura hanno scoperto un traffico di droga, di sim telefoniche e di apparecchi cellulari all’interno del carcere di Largo Magli


Al vaglio del magistrato, nella camera di consiglio celebrata in aula Alessandrini, la posizione degli imputati che hanno scelto di definire la loro posizione nelle forme del giudizio abbreviato. Sul tavolo del giudice le pesanti richieste di condanna, quindici in totale, con le quali, a luglio dello scorso anno, il pubblico ministero Francesco Ciardo aveva concluso la sua puntuale requisitoria. Un atto di accusa con il quale il pubblico ministero aveva inquadrato le prove raccolte dagli investigatori e le singole responsabilità di ciascun imputato in merito alle manovre attivate per far arrivare nelle celle quantitativi di droga, sim telefoniche e piccoli cellulari. Apparecchi con i quali i detenuti riuscivano a comunicare con l’esterno. Una vera e propria emergenza che nel penitenziario di Taranto trova sponda nelle ataviche criticità della struttura, quasi quotidianamente denunciate dai rappresentanti sindacali degli agenti penitenziari. 

Al centro del processo, come si diceva, le manovre attivate per fare entrare nel carcere di Taranto droga e apparecchi telefonici. Il caso esplose con l’arresto proprio di un agente della Polizia Penitenziaria. L’uomo venne arrestato dalla Polizia proprio perché accusato di essersi prestato al meccanismo finalizzato a far entrare nella struttura droga e cellulari, nascosti nei pacchi di abiti e negli alimenti destinati ai detenuti. In particolare, in quel caso, sim e dosi erano state nascoste in alcune scatole di cioccolato in polvere. Oltre alle responsabilità dell’agente, i poliziotti della Squadra Mobile e della Penitenziaria hanno inquadrato quelle di ventiquattro persone, per le quali è stato richiesto il rinvio a giudizio. Al varco della preliminare, però, in sedici hanno preferito ricorrere al rito abbreviato che, come è noto, garantisce uno sconto secco di un terzo sulla pena finale. Una scelta che ha limato, rispetto alle richieste del pm, le condanne decretate ieri dal giudice Carriere.

Le condanne

Il magistrato ha inflitto nove anni e quattro mesi ad Angelo Soloperto, nove anni e tre mesi a Francesco Soloperto, quattro anni e cinque mesi a Sergio Soloperto, otto anni a Benedetto Bonamico, nove anni e quattro mesi a Cataldo La Neve, nove anni a Giuseppe La Neve, tre anni e quattro mesi a Gaetano Galante, due anni e due mesi a Andrea Gravina, nove anni e quattro mesi ad Alfonso Greco, nove anni e tre mesi ad Antonio Greco, otto anni di reclusione a Giuseppe Greco, due anni e undici mesi a Giuseppe Motolese, e due anni e due mesi a Tommaso Pirrazzo. Sei mesi di arresto, con pena sospesa, infine, la condanna inflitta ad una tarantina di 36 anni. 


Lo stesso magistrato, infine, ha disposto l’assoluzione per due imputati. Uno dei due è stato scagionato per non aver commesso il fatto, l’altro con la formula del “fatto non sussiste” Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia