Muore il padre, per il detenuto niente funerali. «E al cimitero solo in manette»

Muore il padre, per il detenuto niente funerali. «E al cimitero solo in manette»
Non ha potuto partecipare ai funerali del padre, potrà recarsi al cimitero, a tumulazione avvenuta, per un ultimo saluto in solitaria o con i soli parenti stretti....

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Non ha potuto partecipare ai funerali del padre, potrà recarsi al cimitero, a tumulazione avvenuta, per un ultimo saluto in solitaria o con i soli parenti stretti. Dovrà però essere scortato e dovrà tenere le manette ai polsi. 


È quanto la Corte d’Appello di Lecce ha deciso in merito alla richiesta di Saulle Politi, 51enne, personaggio di spicco della criminalità salentina di stanza a Monteroni che attraverso il suo legale, Ladislao Massari, aveva rappresentato ai giudici l’esigenza di un ultimo saluto al genitore gravemente malato. 
Politi è recluso nel carcere di Larino. Attende che la Cassazione si pronunci su una sentenza del giugno 2021 (il verdetto è atteso a breve). 

Il "no" dei giudici alle richieste per partecipare ai funerali

La prima istanza è stata presentata il 7 febbraio. Politi chiedeva la concessione di un permesso per far visita al padre, a casa. L’uomo era infatti in imminente pericolo di vita. Gravemente malato. Il procuratore della Repubblica aveva dato parere favorevole il 9 febbraio. Quindi il giorno successivo la Corte (presidente Vincenzo Scardia, a latere Giuseppe Biondi e Luca Colitta), aveva concesso un permesso di tre ore. Ma quel giorno il padre del detenuto è venuto a mancare. L’11 febbraio sono stati fissati i funerali. Da qui una ulteriore richiesta di poter utilizzare il permesso di necessità già accordato, per partecipare alla funzione. 
La Corte si è così espressa: «Sussistono i presupposti per la concessione del permesso di necessità». Tuttavia, «per ragioni di sicurezza», è specificato nel provvedimento, «è opportuno che il permesso sia concesso in favore di Saulle Politi non per la partecipazione al funerale del genitore, bensì per recarsi a fare visita ai familiari ed eventualmente alla tomba del congiunto, a funerale e tumulazione avvenuta». Non solo. «Al fine di assicurare le esigenze rappresentate dal pm nel suo parere - è precisato - si dispone che Politi raggiunga l’abitazione di famiglia e poi la tomba dove verrà sepolto il genitore con scorta e manette ai polsi, trattenendosi nei predetti luoghi complessivamente non oltre quattro ore, senza la presenza di persone estranee al contesto dei prossimi congiunti».

Sacra Corona Unita, a fine mese il verdetto per l'inchiesta "Labirinto"

Queste le prescrizioni. Niente da fare per il funerale, che per altro è stato ormai celebrato. Politi attende il verdetto della Corte di Cassazione sul procedimento “Labirinto”. 
Il processo, definito in appello, aveva sancito che il fronte di Monteroni della Sacra Corona Unita aveva intrapreso la via dell’imprenditoria grazie ai soldi accumulati con la compravendita di droga e le estorsioni, con il controllo della security nei locali di Gallipoli e con la gestione del settore ittico della stessa città.


L’inchiesta era del pm della Dda, Valeria Farina Valori. Politi era considerato come uno dei rari esempi di conversione dalla delinquenza targata clan Tornese alla imprenditoria: nel settore delle scommesse, in particolare. La vicenda è stata poi analizzata anche in secondo grado (ragion per cui l’istanza è stata proposta alla Corte d’Appello). A fine mese, il verdetto definitivo, l’imminenza della data ha probabilmente convinto i magistrati che vi fossero concrete questioni di sicurezza e che la cerimonia funebre fosse da evitare. 
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Quotidiano Di Puglia