«Le indagini hanno spiegato che gli episodi di violenza sugli alunni non erano occasionali, ma una attività professionale secondo un modello anomalo ed...
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Il pm ha chiesto di condannare le due donne rispettivamente a 3 anni e 10 mesi di carcere e a 2 anni e 6 mesi di reclusione. Per il magistrato «se è vero che l'attività di maestra richiede pazienza e rilassatezza, che a volte possono venire meno nella quotidiana convivenza scolastica, quello che senza dubbio è mancato nelle due indagate è il rispetto di quelle minime regole morali, comportamentali e professionali che si impongono alle docenti: sicché ha aggiunto tirare un pizzicotto, uno schiaffo, una gomitata, strattonare o costringere un bimbo di pochi anni alla sedia, umiliare gli alunni, denigrarli e beffeggiarli, sono comportamenti gravissimi, perché vittime ne sono soggetti indifesi ed impotenti, la cui struttura emotiva è ancora tutta da svilupparsi, e ancor più, perché promanati da coloro che agli occhi di quei bambini, costituivano un punto di riferimento e per i genitori un referente affidabile».
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In sostanza per il pm Lopalco «le due insegnanti sono venute meno agli obblighi primari inerenti alla loro funzione, tra cui certamente quello di proteggere ed accudire i minori, stimolandoli in un clima sereno alla crescita emotiva, intellettiva e cognitiva». La prossima udienza è stata fissata per il 23 novembre giorno in cui prenderanno la parola i difensori delle due donne, gli avvocati Gaetano Vitale, Egidio Albanese e Davide De Santis. La vicenda suscitò non poco scalpore a Taranto soprattutto per quanto emerse dall'inchiesta condotta dei poliziotti. Dalle carte, infatti, si evinse che quando i genitori tentavano di comprendere la vita durante le ore scolastiche, i loro figli ripetevano un movimento di ago e filo che chiudevano la bocca. Un gesto che, come scrisse il giudice Vilma Gilli nell'ordinanza che sospese le due donne, non era in uso nelle famiglie e quindi era ripetuto dai piccoli «mimando i comportamenti della maestra».
I piccoli alunni avevano assunto atteggiamenti mai mostrati in precedenza: uno di loro «era diventato violento» e non riusciva più a controllare i bisogni fisiologici, un altro «aveva vomitato su un foglio su cui avrebbe dovuto fare un disegno», ma tutti quanti «in maniera più o meno evidente, erano diventati scrisse ancora il magistrato - inappetenti, taciturni, violenti, irascibili». Le video riprese mostrarono l'atteggiamento violento degli insegnanti che gli stessi bambini avevano già raccontato. I piccoli avevano spiegato «di aver assistito a reazioni violente» della maestra quando «veniva disobbedita»: grida, scappellotti e pizzichi sul dorso della mano dei compagni, a volte costretti a restare seduti sulla sedia per l'intera durata della giornata scolastica. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia