Momenti interminabili di paura durante Barletta-Casarano, finita 3-3. A causa di un colpo subito al volto in piena area, il giocatore rossazzurro Armando Tipaldi, 19 anni,...
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Marsili, ci racconta cosa è accaduto in quei terribili minuti?
«Ero in marcatura e non ho visto cosa è accaduto. Ho visto Armando che è finito a terra e sono corso a vedere cosa fosse successo rendendomi subito conto della gravità della situazione. Non respirava più e avendo frequentato un corso, l’ho messo di lato visto che era a pancia in su, ho messo le mani in bocca e gli ho preso la lingua per evitare che la ingoiasse. Tra l’altro, mi ha morso alle dita molto forte ma in quel momento non ho pensato a niente. Poi, per fortuna, ha dato segnali di ripresa».
Quando avete saputo che non c’era nulla di grave?
«A fine partita abbiamo subito chiesto ed abbiamo saputo che era stato dimesso. Poi io sono rientrato da solo e ci siamo scambiati un po’ di messaggi. Ancora oggi (ieri per chi legge, ndc) ho la scena davanti agli occhi».
Cosa le ha detto Tipaldi?
«Mi ha ringraziato con tutto il cuore ma non deve. Ringrazio Dio che ci ha aiutato e mi ha guidato, per fortuna avevo fatto il corso».
Quindi la dinamica dell’incidente di gioco l’avete scoperta dopo?
«Non ho capito né la dinamica, né chi fosse stato in quel frangente. Ero impegnato come detto in marcatura».
Bellissimo l’applauso del “Puttilli” vero?
«Bellissimo davvero. Anche noi abbiamo applaudito il pubblico. Sono stati brutti momenti».
Per il resto, era una partita che potevate vincere ma alla fine è finita in parità.
«Sapevamo fosse difficile e sapevamo fossero forti sulle palle inattive, tant’è che abbiamo preso due gol da palle ferme e una da cross. Ora pensiamo partita dopo partita, senza pensare agli altri, dimostrando che siamo una bella squadra».
Certo, con la superiorità numerica, la partita avrebbe avuto sicuramente un’altra inerzia considerando che eravate in vantaggio vero?
«Mi auguro vedano le immagini, non credo si possa fare una cosa del genere. Un conto è un incidente fortuito di gioco, un conto è una gomitata forte per colpa della quale si è messa a rischio la vita di una persona. Sarei intervenuto per chiunque sul campo, stavolta è andata bene grazie all’aiuto di tutti ma fosse capitato qualcuno che non sapeva come muoversi come sarebbe andata a finire? A pensarci mi vengono i brividi, sono orgoglioso di quello che ho fatto». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia