Marsili ripercorre gli attimi con Tipaldi a terra privo di sensi: «Così ho salvato il mio compagno»

Marsili ripercorre gli attimi con Tipaldi a terra privo di sensi: «Così ho salvato il mio compagno»
di Attilio PALMA
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Martedì 7 Marzo 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:43

Momenti interminabili di paura durante Barletta-Casarano, finita 3-3.  A causa di un colpo subito al volto in piena area, il giocatore rossazzurro Armando Tipaldi, 19 anni, si è accasciato privo di sensi sul terreno di gioco. Immediato e, probabilmente, decisivo, l’intervento del capitano Massimiliano Marsili, che ha tirato fuori la lingua dalla bocca del giovane compagno di squadra. Sono stati attimi di concitazione e disperazione fino a quando il giocatore si è ripreso, immagine impreziosita dall’applauso di tutto il pubblico accorso allo stadio. Accompagnato, in ambulanza, al pronto soccorso dell’ospedale Dimiccolidi Barletta per una tac di controllo (che ha dato esito negativo), il giovane è stato dimesso ed è rientrato nel Salento con la squadra. Pronte anche le scuse sui social del papà del calciatore Claudio Cristallo: «Sono molto sollevato nel vedere che stai bene, ti abbraccio e spero che certi episodi non capitino più nel calcio». Gesto rimasto impunito perchè non sanzionato dall’arbitro. Pronto anche il post del Casarano calcio: «Armando sta bene!». Commenta anche il patron Antonio Filograna Sergio sui social: «In quei 7 minuti abbiamo davvero temuto il peggio e grazie a Dio il nostro ragazzo si è ripreso anche per i pronti soccorsi sia dei calciatori stessi sia dello staff medico. Però una cosa è certa: questo non è calcio, questo non è sport. Dove sono la lealtà, la correttezza ed il rispetto, regole fondamentali e primarie?». Si diceva dell’importanza dell’intervento di primo soccorso operato sul campo da capitan Massimiliano Marsili.
Marsili, ci racconta cosa è accaduto in quei terribili minuti?
«Ero in marcatura e non ho visto cosa è accaduto. Ho visto Armando che è finito a terra e sono corso a vedere cosa fosse successo rendendomi subito conto della gravità della situazione. Non respirava più e avendo frequentato un corso, l’ho messo di lato visto che era a pancia in su, ho messo le mani in bocca e gli ho preso la lingua per evitare che la ingoiasse. Tra l’altro, mi ha morso alle dita molto forte ma in quel momento non ho pensato a niente. Poi, per fortuna, ha dato segnali di ripresa».
Quando avete saputo che non c’era nulla di grave?
«A fine partita abbiamo subito chiesto ed abbiamo saputo che era stato dimesso. Poi io sono rientrato da solo e ci siamo scambiati un po’ di messaggi. Ancora oggi (ieri per chi legge, ndc) ho la scena davanti agli occhi».
Cosa le ha detto Tipaldi?
«Mi ha ringraziato con tutto il cuore ma non deve. Ringrazio Dio che ci ha aiutato e mi ha guidato, per fortuna avevo fatto il corso».
Quindi la dinamica dell’incidente di gioco l’avete scoperta dopo?
«Non ho capito né la dinamica, né chi fosse stato in quel frangente. Ero impegnato come detto in marcatura».
Bellissimo l’applauso del “Puttilli” vero?
«Bellissimo davvero. Anche noi abbiamo applaudito il pubblico. Sono stati brutti momenti».
Per il resto, era una partita che potevate vincere ma alla fine è finita in parità.
«Sapevamo fosse difficile e sapevamo fossero forti sulle palle inattive, tant’è che abbiamo preso due gol da palle ferme e una da cross. Ora pensiamo partita dopo partita, senza pensare agli altri, dimostrando che siamo una bella squadra».
Certo, con la superiorità numerica, la partita avrebbe avuto sicuramente un’altra inerzia considerando che eravate in vantaggio vero?
«Mi auguro vedano le immagini, non credo si possa fare una cosa del genere. Un conto è un incidente fortuito di gioco, un conto è una gomitata forte per colpa della quale si è messa a rischio la vita di una persona. Sarei intervenuto per chiunque sul campo, stavolta è andata bene grazie all’aiuto di tutti ma fosse capitato qualcuno che non sapeva come muoversi come sarebbe andata a finire? A pensarci mi vengono i brividi, sono orgoglioso di quello che ho fatto».

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