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Non ha guardato il rigore di Lorenzo Colombo, che è valso la salvezza del suo Lecce. Poi si è inginocchiato e ha rivolto un pensiero al cielo, Marco Baroni. Un pensiero a suo padre, che non c'è più dal maggio dello scorso anno.
Le parole di Baroni
«È stato un momento di estrema commozione, ho pensato a mio padre che è mancato da poco, era una cosa che sentivo dentro.
Alla fine ha guardato il rigore? «Anche il rigore è stata una bella immagine. Ho visto che Blin e Hjulmand hanno consegnato il pallone a Colombo: questo gesto rappresenta l'immagine del nostro gruppo, con grande fiducia l'uno dell'altro. Mi sono girato, ho guardato Simone Romagnoli, uno dei nostri ultimi arrivati che ha dato un contributo straordinario anche se poco impiegato, e gli ho detto: 'Simo stai tranquillo, fa gol'. In settimana mi aveva colpito un'altra bella intervista di Blin, subito dopo la partita con lo Spezia aveva detto guardando la telecamera 'noi meritiamo la salvezza'. Mi ha dato uno spunto di riflessione, in settimana ho elencato questi nostri meriti: tutti ne parlano, ma poi bisogna dare forma ai meriti. Ha dato un senso di liberazione, perché con un gruppo così giovane e inesperto si rischia di non affrontare nel modo giusto questo tipo di partite, invece siamo stati bravi a tenere lontana la squadra dalle pressioni e dalla tensione».
A Lecce ancora per quanti anni? «In realtà - spiega Baroni - il mio contratto scade tra pochi giorni, ma questo è l'ultimo aspetto importante. Dopo tanto duro lavoro ora è il momento di gioire, ci teniamo innanzitutto a finire bene in casa contro il Bologna davanti al nostro pubblico. Sarà un'occasione di festa e poi ci sarà tutto il tempo per queste valutazioni e, in questo senso, lavoro al fianco di un maestro nelle valutazioni come Pantaleo Corvino».
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