Mancosu è guarito: la vittoria più bella dopo la grande paura

Mancosu è guarito: la vittoria più bella dopo la grande paura
Il bene che trionfa. In barba alla cattiveria di chi, miseramente...

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Il bene che trionfa. In barba alla cattiveria di chi, miseramente forte della tastiera del computer, gli aveva indirizzato insulti per quel calcio di rigore sbagliato contro il Venezia durane la semifinale di ritorno degli spareggi di serie B. Lui, Marco Mancosu, eletto eroe della tifoseria del Lecce nonostante quell'errore, ha dimostrato di meritare l'ammirazione che si deve ai combattenti valorosi: ha vinto la partita più importante. Il campo di calcio stavolta non c'entra. Non era l'appendicite il motivo per cui era stato costretto all'intervento chirurgico: il capitano del Lecce ha sconfitto il tumore. Ieri mattina l'esito della visita a cui il centrocampista sardo si è sottoposto all'ospedale policlinico Humanitas, nel Milanese: il cancro è sparito. E questo conta più di un qualsiasi tiro dagli undici metri. Sulla salute non si scherza. Mancosu però aveva rinviato la visita poi svoltasi ieri per essere a disposizione di Corini per i playoff. Una dimostrazione di attaccamento alla maglia, sentimento che è merce rara nel calcio moderno. Già aveva dovuto rinunciare alle quattro partite disputatesi in aprile. Era tornato in campo intorno alla metà del secondo tempo della sfida col Cittadella, poi, il 5 maggio, quel post su Instagram, più spiazzante di un rigore ben calciato: «Mi sono operato il 26 marzo. Di tumore. Ho visto un mondo che non avrei mai pensato di conoscere, ho visto il terrore negli occhi delle persone che amo, ho visto il terrore e la preoccupazione di mia moglie che per lo stesso motivo ha perso il padre quest'estate, ho avuto la paura di non poter crescere mia figlia, ho fatto esami nei migliori centri italiani con affianco gente che ad oggi non so nemmeno se sia viva, se sia riuscita a superare la propria malattia». Ha vinto, Marco, nonostante le previsioni. «I medici aveva scritto il trequartista sul social network - mi hanno detto che la mia stagione era finita e che dovevo pensare all'anno prossimo, dopo due settimane ero in campo a correre. Dopo un mese sarei dovuto tornare a Milano per sapere se dovessi fare la chemio o meno, non ci sono ancora andato perché voglio fare la cosa che amo di più al mondo, giocare a calcio, poi si vedrà a fine campionato. Io ho già vinto». E infatti il centrocampista giallorosso non è riuscito a spiazzare Maenpaa in quella maledetta semifinale col Venezia, ma ha battuto l'avversario più nero. Non dovrà sottoporsi ad altre cure, né alla chemioterapia. Solo un controllo ogni sei mesi. Bene così.


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Quotidiano Di Puglia