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Quando la benzina in campo sembra ormai carente e le idee sono in fase di rinnovamento, si spera, per ottenere gloria, nella grazia di ipotetici numi del calcio. Ma gli dei del pallone, si sa, sono creature capricciose, che molto spesso amano scontentare chi le invoca. E allora ai tifosi non resta che farsi sentire sonoramente dagli stessi beniamini della pedata.
I sostenitori del Lecce, per incoraggiare i calciatori giallorossi a vincere gli spareggi per l’accesso alla serie A, punteggeranno degli amati colori il capoluogo salentino. Bandiere ovunque chiede infatti Marco Povero, attaccante del Lecce negli anni Settanta e ora ristoratore. «Ho colto un po’ di rassegnazione nella città – spiega l’ex calciatore -, perché ci si aspettava di vincere il campionato a mani basse e invece è stata una competizione difficile.
Dunque, puro sentimento per lanciare i ragazzi di mister Corini, non interventi di provvidenziali dei. E nemmeno scaramanzia, visto che nel luglio scorso si assunse la stessa iniziativa per spingere la squadra giallorossa a ottenere la permanenza in serie A. Ma il treno dei desideri salentini viaggiò all’incontrario. «Sono partite di calcio, tutto può succedere» minimizza Povero, il quale insiste: «Credo che per un giocatore, per un dirigente, vedere che la città vicina e che apprezza quello che hanno fatto può dare qualcosa in più, quindi lasciamo da parte quel che è successo e incoraggiamo la squadra». Accantonare l’amarezza per aver sprecato l’opportunità della promozione diretta. Vena romantica nel calcio moderno, quella di Povero, ma non solo: «Il calcio è una passione, è una componente della socialità, senza tralasciarne l’aspetto economico, perché andare in serie A può portare un turismo calcistico che non è secondario». La cittadinanza è avvisata.
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