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Erano in tanti sugli spalti del glorioso Dall’Ara di Bologna, con il cuore gonfio di speranza. Loro, i tifosi giallorossi la partita l’avevano già vinta, con la straordinaria festa di colori. Ma sull’erba, sulla quale un leccese come Mimmo Renna aveva vinto nel 1964 uno scudetto con il grande Fulvio Bernardini, il Lecce di Baroni sembrava davvero il fantasma della squadra che si è fatta applaudire a Napoli, a Roma nonostante la sconfitta, contro avversari più forti. Il ritorno da Bologna è un ritorno amaro per il presidente Saverio Sticchi Damiani. «Un pomeriggio così-dice- non se lo meritavano certamente i cinquemila tifosi salentini che si aspettavano ben altro. Tutti coloro che ci seguono in giro per l’Italia non possono essere delusi da prestazioni nelle quali manca la ferocia. Non possiamo correre il rischio di perderli. La squadra in questa parte della stagione c’è sempre stata sul piano delle prestazioni, eccetto forse che con la Cremonese, questo pomeriggio abbiamo avuto la prima vera battuta a vuoto. Spiace di non essere riusciti a conquistare qualche punto in più che magari avrebbe reso più digeribile la giornata nera di Bologna. La squadra ha l’intelligenza per capire che il vero Lecce non è quello molle di oggi». Il rigore iniziale non ha aiutato: «Ho visto le immagini che il Var ha proposto all’arbitro e che evidenziano solo l’ultimo secondo dell’azione, senza che l’arbitro potesse vedere la dinamica della stessa, con l’attaccante alle spalle che arriva con la gamba a martello, senza che il difensore, che sta spazzando via la palla, sappia chi c’è dietro. L’utilizzo del Var limitato in questo modo non ha senso». E adesso, Juventus, Atalanta e Udinese: «Più che il calendario, mi interessa rivedere subito il Lecce migliore».
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Quotidiano Di Puglia