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Nato come racconto nel 1925 e in seguito trasformato in commedia teatrale a tutti gli effetti, “Testimone d’accusa” è fra i capolavori di Agatha Christie. E Billy Wilder nel 1957 ne ricavò un magnifico film con straordinari interpreti Marlene Dietrich, Tyrone Power e Charles Laughton. Una storia in giallo e un dramma giudiziario che incontra nuovamente la via del palcoscenico grazie a un trio di attori del calibro di Vanessa Gravina, Giulio Corso e Paolo Triestino. “Testimone d’accusa”, con la regia firmata da Geppy Gleijeses, andrà infatti in scena domani sera alle 20.45 al Politeama Greco di Lecce per la Stagione di prosa del teatro con la direzione artistica di Sonia Greco.
Vanessa Gravina, donna enigmatica
Gleijeses affida a Vanessa Gravina il ruolo della protagonista, Romaine Heilger, donna enigmatica che avrà un ruolo chiave nell’intera storia in qualità di testimone. Giulio Corso riveste il ruolo di Leonard Vole, suo marito, accusato di omicidio. Saranno numerosi i colpi di scena prima del verdetto che verrà pronunciato solo alle ultime battute. Il cast è arricchito dalla partecipazione straordinaria di Paolo Triestino, nel ruolo di Sir Wilfrid, avvocato di Vole, e da Erika Puddu, Bruno Crucitti, Antonio Tallura, Leonardo Sbragia, Mohamed Yaser, Sergio Mancinelli e Paola Sambo, ai quali si aggiungeranno sei giurati scelti tra il pubblico prima dello spettacolo.
Da Marco Risi al "Paradiso delle signore"
Vanessa Gravina tutti i pomeriggi raggiunge le case degli italiani con “Il paradiso delle signore”, ma la sua ricca carriera da attrice inizia da giovanissima, nel 1985, quando Marco Risi la dirige per il film “Colpo di fulmine”. Lavora tra cinema, televisione e teatro, con registi di prestigio come Luciano De Crescenzo, Giorgio Strehler, Luciano Cannito, per citarne solo alcuni. Arriva al grande pubblico anche grazie ai numerosi ruoli in svolti in serie televisive molto conosciute come “La piovra”, “Incantesimo” e “CentoVetrine”.
Premiato come miglior attore protagonista per il musical “Rapunzel”, Giulio Corso mostra il suo eclettismo nei diversi campi della recitazione. Presente anche lui ne “Il paradiso delle signore”, ha avuto ruoli in “Squadra Antimafia 5” e “Il commissario Montalbano”, oltre alla recente serie televisiva Netflix “Luna Park”.
«Esiste la “commedia perfetta”? Forse sì. Secondo alcuni critici è “Il matrimonio di Figaro” di Beaumarchais, secondo altri è “L’importanza di chiamarsi Ernesto” di Oscar Wilde – scrive il regista - sul più bel dramma giudiziario però non ci sono dubbi: “Testimone d’accusa” di Agatha Christie. Il gioco non verte tanto sulla psicologia dei personaggi (ci aggiriamo tra simulatori occulti, assassini, grandi avvocati) quanto sulla perfezione del meccanismo. È infernale questo meccanismo, con un colpo di scena dopo l’altro, in un crescendo raveliano, una battuta dopo l’altra. E la costruzione “giudiziaria”? Impressionante per precisione e verità, come se l’avesse scritta il più grande giudice inglese del secolo scorso.
L’autrice fu tradita dal primo marito (di cui però portò sempre il cognome) e sposò poi un uomo molto più giovane di lei… il testo teatrale è assai più asciutto, non concede tregua alla tensione, affonda come una lama di coltello affilatissima (letteralmente) nella schiena di chi osserva».
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