Tre amici da sempre, tre vite diversissime: Alessandro (Michele Riondino) è un pediatra ospedaliero che, rimasto vedovo, ha dedicato tutta la sua vita extra-lavorativa al...
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Un giorno Alessandro riceve la drammatica telefonata di Gigi, che gli comunica di essere malato, di avere ormai pochi giorni di vita e avergli comprato un biglietto aereo per fargli di persona una comunicazione importantissima: Gigi è in Brasile e chiede al vecchio amico di esaudire la sua ultima volontà. C'è da impadronirsi dei soldi del testamento del padre, vincolato da una clausola invalicabile, a meno di realizzare insieme un'insolita truffa, che garantirebbe una vita agiata sia all'attuale compagna di Gigi, sia ad Alessandro, che potrebbe così garantire al figlio un futuro privo di problemi.
È questo l'inizio di Restiamo amici di Antonello Grimaldi (nelle sale dal 4 luglio), che torna al cinema a dieci anni dal pluripremiato Caos calmo con una storia scritta da Marco Martani e Raffaello Fusaro (tratta dall'omonimo romanzo di Bruno Burbi), basata su un sottogenere degli heist movie (i film del colpo grosso), cioè quello della più feroce tra le truffe: la truffa tra amici.
L'eredità al centro della vicenda, secondo le volontà del defunto genitore di Gigi, infatti, è destinata solo a un eventuale nipote. In ballo ci sono ben tre milioni, ma Gigi non ha figli e ormai sta morendo. Unica soluzione sembra essere quella di fingere, con l'aiuto di Alessandro, la sua morte e spacciare il figlio di Alessandro, Giacomo, come suo erede. Insomma una truffa bella e buona, con in più l'aggravante di dover attribuire a Maria, moglie defunta del pediatra, un tradimento che lei ovviamente non ha mai compiuto. Accetterà Alessandro un compromesso che getta la vergogna a tutta la sua famiglia?
«La stangata o Regalo di Natale, sono modelli giganteschi e inarrivabili - riflette Grimaldi - ma se dovessi pensare a quello che è stato un mio riferimento, pur senza tentare minimamente di paragonarmici, direi che in questo caso è stato Ocean's eleven e i suoi sequel. Il mio è uno di quei film in cui sai già che alla fine qualcosa andrà male, ma dove quello che più interessa ai protagonisti è la possibilità di rimanere amici, dall'infanzia all'età adulta, per continuare a divertirsi insieme, come quando da bambini si andava a rubare le mele - conclude il regista - qui invece di George Clooney e Matt Damon, avevo a disposizione tre bravi attori molto affiatati tra loro. In tutto il film la mia scena preferita, che mi commuove, è verso la fine, quando tutti e tre iniziano a prendersi a schiaffi, come fossero bambini delle elementari. Si sente che hanno un modo di scherzare possibile solo tra chi ha una grande confidenza reciproca».
Il film ha tra i protagonisti anche Violante Placido (è Bianca, mamma della fidanzatina del figlio del pediatra), Ivano Marescotti (l'ambiguo Brenner, notaio svizzero) e Sveva Alviti (Marta Rossi, figura femminile che riappare dal turbolento passato sentimentale di Gigi). Grimaldi tiene a sottolineare che «nonostante Restiamo amici racconti una classica storia di amicizia virile, sono i ruoli femminili sono quelli che segnano le svolte della storia. Mettiamo in scena un'amicizia che mi ha fatto pensare ai tempi d'oro della commedia all'italiana: ho ben chiare le proporzioni tra il cinema d'oggi e quello del passato, ma se il film fosse stato girato qualche decennio fa il ruolo di Roja sarebbe toccato a Vittorio Gassman, al posto di Riondino ci sarebbe stato Nino Manfredi e Leo, invece che da De Rienzo, sarebbe stato interpretato da Ugo Tognazzi».
Alessandro Roja concorda con Grimaldi e racconta come del suo personaggio gli sia piaciuto «quel lato cialtrone sempre presente». «Dei tre è quello che ha vissuto la vita più intensa e ha avuto più opportunità - conclude l'attore - anche ora che ha perso tutto conserva almeno aplomb e faccia tosta. Mi ricorda quei grandi personaggi del cinema italiano come il conte Mascetti di Amici miei, è una persona che ha vissuto con un tenore di vita molto alto e, pur essendo ormai caduto in disgrazia, continua a portarsi dietro le vecchie abitudini». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia