Capossela, lo chansonnier scende da cavallo per "Le canzoni della cupa"

Capossela, lo chansonnier scende da cavallo per "Le canzoni della cupa"
E' arrivato a cavallo, accompagnato dalla banda delle zeppole, Vinicio Capossela, che ha presentato in un'aia dell'antica città di Vereto, a Patù, il suo...

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E' arrivato a cavallo, accompagnato dalla banda delle zeppole, Vinicio Capossela, che ha presentato in un'aia dell'antica città di Vereto, a Patù, il suo nuovo disco, “Canzoni della Cupa”.

L’album è composto da due dischi distinti, risultato di due stagioni di registrazioni lontane fra loro, per un totale di ventotto canzoni e una ghost track. E con la sua confezione “a lenzuolo”, e ben due libretti, sembra contenere a stento la straripante esigenza comunicativa di Capossela sul tema trattato. Del resto “Canzoni della Cupa” è solo l’ultimo (per ora?) approdo di un progetto artistico che nel recente passato aveva prodotto un libro (“Il Paese dei Coppoloni”) e un film quasi omonimo (“Nel Paese dei Coppoloni”). Polvere, il primo dei due dischi, è pura musica popolare: cinque omaggi a Matteo Salvatore e poi brani ispirati a canti tradizionali: lavoro, amore, proverbi e offese, rigorosamente in rima baciata e con i versi ripetuti due volte. In “Ombra” la musica cambia, pur restando per certi versi la stessa: la medesima materia del primo disco, infatti, qui viene filtrata dall’artista, trasformandosi in musica colta ma senza perdere l’aspro sapore primigenio. Ne viene fuori una fusione compiuta e ispirata come poche volte si era visto, e non solo nella discografia di Capossela. Gli accordi e gli arrangiamenti ammiccano spesso al blues, a volte al western, oppure si fanno rarefatti e lunari nell’esplorare gli angoli più segreti di quel mondo. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia