OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
«Basta con i no e l'eccesso di burocrazia: questo Paese ha bisogno di investimenti per continuare a crescere, ammodernarsi e rendersi indipendente dalle forniture di energia dall'estero, altrimenti i costi diventeranno sempre più insostenibili e le nostre imprese pagheranno un prezzo altissimo in termini di export, competitività e occupazione». Il presidente nazionale di Unioncamere, Andrea Prete, non usa far giri di parole quando è chiamato a indicare i nodi che attanagliano il sistema produttivo. E lo ha dimostrato anche ieri in occasione della conferenza stampa in vista della celebrazione del 160° anniversario della Camera di commercio di Lecce, in programma oggi al Castello Carlo V. Con lui, a fare gli onori di casa, il presidente Mario Vadrucci.
L'intervento del manager campano
Definito lo scenario attuale - reso ombroso dallo spettro della recessione annunciato già ad inizio 2023 - il manager campano ha posto al centro di ogni sua risposta il devastante effetto dell'inflazione scatenata dall'innalzamento dei costi energetici (non solo a causa della guerra), prima di accennare a molte di quelle soluzioni oggi oggetto di dibattito e a tutti quegli ostacoli che ne frenerebbero l'adozione: «Siamo in un territorio in cui ci sono stati tanti no. Ma credo che si sia capito che senza Tap oggi staremmo molto in più difficoltà di quanto non lo siamo. Ora necessitiamo di rigassificatori e i no ancora una volta non mancano. Per renderci energeticamente indipendenti, dobbiamo puntare su diversificazione delle fonti energetiche e implementazione delle fonti rinnovabili. E qui andiamo a sbattere contro il grande problema italiano, che è la burocrazia: uno dei motivi per cui anche gli impianti di energia rinnovabili non vengono realizzati in tempi rapidi, per quanto oggi siano necessari, è proprio la burocrazia. Spero che questo governo ci metta mano, perché - ha detto Prete - la promessa di sburocratizzare è la promessa di qualsiasi governo».
Un modo per porre l'accento anche sul tema delle infrastrutture.
Il lavoro
Già, il lavoro. Che soprattutto al Sud emerge e poi scompare dietro le più variegate formule della precarietà, che si tramuta in povertà. Per altro verso, quand'anche il lavoro c'è, manca la manodopera. Sono proprio i bollettini elaborati dal sistema Excelsior di Unioncamere ad affermare mensilmente la tendenza sempre più marcata a reperire personale da parte delle imprese: in Puglia quasi una figura richiesta su 2 a novembre risulta di difficile reperimento. Un problema rispetto al quale il nuovo governo ha appena partorito una risposta: il taglio del Reddito di cittadinanza. Dal canto suo, pur senza negarne l'efficacia, Prete l'ha definita parziale: «Se vogliamo risolvere il problema del mismatching tra domanda e offerta dobbiamo puntare di più meglio sulla formazione, valorizzando determinati indirizzi universitari e il sistema degli Its ed evitando di demonizzare l'alternanza scuola-lavoro, rispetto alla quale anche le Camere hanno avuto un ruolo». Così come - Prete ha promesso - continueranno ad averne uno sempre più attivo anche per l'accompagnamento delle imprese all'estero («sfruttando la digitalizzazione e le piattaforme e-commerce») e per il loro ascolto, nei momenti di debolezza, anche quelli indotti dall'usura. «Noi - ha concluso il numero uno di Unioncamere - abbiamo il dovere di supportare il Paese nei suoi processi di trasformazione più impellenti, quelli della transizione energetica, digitale e ambientale. Dobbiamo, cioè, contribuire alla creazione di sostenibilità, ma che sia una sostenibilità anche sociale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia