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Lecce impazzisce per la A. Baroni aveva chiesto a tutto il Salento di scendere in campo, richiamando implicitamente anche Mou: «Insieme siamo arrivati fin qui, insieme vinciamo». Detto, fatto. E insieme hanno festeggiato, verrebbe da dire. Le prime bandiere giallorosso a piazza Sant’Oronzo si sono viste dal mattino, tra i tanti turisti e le scolaresche in gita. Una giornata vissuta con la paura dei fantasmi di un anno fa. Lecce che esplode al fischio finale, come aveva fatto al gol di Majer, quello della liberazione. Lecce in silenzio durante tutto il primo tempo, con le auto in giro che si potevano contare sulle dita di una mano.
La notte più bella: capolavoro da A
Dopo la rete di Zan i primi ad arrivare in piazza sono due ragazzi, giovanissimi, arrivano sull’ovale, quasi a prender posto. Il silenzio irreale, rotto solo dalle trombette, accompagna l’attesa anche durante il recupero. Poi è solo festa. Caroselli, l’abbraccio ideale che dura quasi fino all’alba. Nel 2019 fu quasi una sorpresa, questa non lo è. Ma è il modo di esorcizzare due delusioni consecutive, prima la retrocessione e poi la mancata promozione dell’anno scorso. È una città intera che si riappropria di qualcosa che aveva perso in un modo beffardo e crudele per due volte.
Baroni: «Sono tornato nel Salento per vivere una gioia così»
Dal Duomo a Piazza Mazzini è un intero fiume giallorosso.
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Il rumore delle trombette da stadio accompagna la festa come fossero le vuvuzelas del mondiale sudafricano. Un sottofondo costante, gioioso, allegro. Felice. Perché l’aspetto forse più bello di una città che vince è proprio la felicità. Per qualche ora nessuno pensa a nulla, neppure ai propri problemi. Papà con i propri figli, che siano grandi o piccoli. Un paio di tifosi salgono su un palo della luce in piena Piazza Sant’Oronzo e lanciano un «chi non salta è un barese». C’è anche chi ha lo striscione: «Ciao Bari». Per il derby se ne riparlerà, ma in fondo a qualcuno dispiace pure. I caroselli rispettano persino i semafori del centro, per far passare i pedoni. La “processione” va dal Duomo a Piazza Mazzini, in quella che è storicamente la piazza delle promozioni. Perché è lì che tutti vogliono aspettare la squadra.
Arriva dopo l’una il gruppo di Baroni, sul pullman scoperto organizzato e tenuto nascosto, per motivi scaramantici. Lì l’ultimo abbraccio, mentre gli ultras della Nord sfilavano da Porta Napoli verso il centro. Doppio spettacolo, ma quello che tutti aspettavano avviene a Piazza Mazzini: la squadra fa il giro della villa comunale una volta e quello della fontana per due volte, tra i cori, gli applausi e l’ultimo ringraziamento. Poi tra le vie della movida è festa fino a notte fonda, all’alba c’erano ancora sciarpe e magliette giallorosse in giro. Aveva ragione Baroni, non ha vinto solo il Lecce, ha vinto Lecce, il Salento. E se ne va in Serie A.
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Quotidiano Di Puglia