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Collegamenti, grandi eventi, business e cultura: così Bari sta guadagnando un ruolo trainante per il turismo pugliese, piazzandosi sul podio della classifica regionale delle destinazioni più frequentate. Secondo i dati ufficiali di Pugliapromozione per il 2022 aveva registrato oltre il 55% in più di arrivi turistici rispetto al periodo pre-pandemia, totalizzando nei soli 3 mesi estivi 435.443 pernottamenti.
Punto di forza di questa escalation, sicuramente i trasporti: l’aeroporto è ben collegato alla stazione ferroviaria da cui si possono anche raggiungere i siti Unesco e le principali località balneari. A questo si aggiunge un calendario ricco di eventi, la valorizzazione dei siti culturali e la promozione del territorio, divenuto centro di interesse e curiosità grazie anche alle produzioni cinematografiche e televisive, tra cui la fiction di grande successo Lolita Lobosco ambientata proprio nel centro storico del capoluogo barese.
Destinazione-hub
Una combinazione di elementi che solleticano la curiosità di molti turisti: da destinazione di interesse religioso per il culto di San Nicola e meta business, Bari è divenuta una destinazione turistica a tutti gli effetti che assolve, però, anche al ruolo di “hub” per chi vuole visitare l’intera Puglia. «Se io penso a Bari vent’anni fa – commenta Luca Scandale, direttore generale di Pugliapromozione - ricordo una città chiusa ad agosto, la difficoltà anche di trovare una salumeria aperta e i contrabbandieri agli angoli delle strade.
Vincente la nuova narrazione della città e della sua offerta che diventa, quindi, anche traino per il brand Puglia. «Già dallo scorso anno c’è stata una prepotente presenza di Bari sull’offerta turistica – dice Marina Lalli, presidente nazionale di Federturismo Confindustria – e quest’anno il trend è ancora più evidente. Ricordiamo che fino a pochi anni era in prevalenza un punto di sbarco per andare altrove ma non un punto di soggiorno e invece adesso è diventata una città attrattiva; ha saputo cambiare la narrazione su se stessa andando a mettere sul mercato ciò che ha, parlo ad esempio di Bari vecchia e della valorizzazione del lungomare, ma soprattutto si è dedicata agli eventi e alla cultura. Fattori che non hanno stagionalità e si possono vendere in qualsiasi momento, complici i trasporti che nel capoluogo sono migliorati tantissimo. In questo momento dunque può essere da esempio per altri territori che ancora non sono riusciti ad esprimere le proprie potenzialità».
Un turismo fortemente destagionalizzato, dunque. «I risultati nel post-covid sono molto migliorati – spiega Cosimo Ranieri, di Confindustria Bari e Bat –. Il 2023 conferma il ritorno a flussi fortemente destagionalizzati che caratterizzano Bari, soprattutto per ragioni logistiche ma anche per i segmenti di attività che si sono affermati negli anni, in particolare il Mice. A questo si aggiunge l’organizzazione di eventi di prestigio che portano movimenti turistici importanti e costituiscono anche una vetrina promozionale di rilievo. Va detto che i dati complessivi pugliesi sono molto positivi e sono in crescita nel post-covid: Bari è solo una delle destinazioni che ottiene grandi performance e rappresenta il primo hub di questa regione sia a livello infrastrutturale che a livello logistico. Dal capoluogo infatti è facile raggiungere i siti Unesco e di maggior pregio ed interesse turistico per cui anche il turista “leisure” decide sempre più spesso di utilizzare le strutture baresi come hub per muoversi nel territorio pugliese».
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