Viviana Matrangola, Debora Ciliento e Serena Triggiani: chi sono i nuovi assessori della Regione Puglia

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Chi è Viviana Matrangola

Un cerchio che sembra chiudersi a distanza di 40 anni dall’assassinio della madre, Renata Fonte, prima assessora donna del comune di Nardò sotto le insegne del Partito Repubblicano e uccisa dalla mafia per il suo impegno civico. Cinquantuno anni il prossimo 7 giugno, Matrangola è di certo un nome di spessore e di indiscutibile prestigio per il ruolo a cui viene chiamata. La madre fu assassinata quando lei aveva solo una decina d’anni proprio per la sua volontà di opporsi alla mafia che voleva lottizzare il territorio neretino. Si è laureata in Architettura nel 2004, con la prima tesi sui beni confiscati alla mafia di particolare pregio storico architettonico e riutilizzati a scopi sociali grazie alla Legge 109/1996 promossa da Libera. E proprio l’associazione di Don Ciotti rappresenta il simbolo dell’impegno nella vita di Matrangola che, dopo l’adesione avvenuta nel 2000, ne è diventata membro dell'ufficio di Presidenza e responsabile del settore Memoria nazionale e del settore internazionale dal 2009 al 2011. Nel 2006, a New York, per conto dell’associazione e referente per i familiari delle vittime di mafia, ha rappresentato l’Italia ad una conferenza mondiale organizzata da Peaceful Tomorrow, per i parenti delle vittime dell'attentato delle Torri Gemelle che hanno rifiutato la guerra come risposta all’attacco terroristico dell’11 settembre, confrontandosi con varie esperienze di violenza e creando il Global Network for Peace. La figura di Renata Fonte è stata particolarmente apprezzata alle Nazioni Unite dove, Matrangola, da referente di Libera, ha relazionato, scoprendo che negli anni Ottanta, la madre era diventata un simbolo per le donne cilene. È stata consulente esperto per il Gabinetto del Ministero di Grazia e Giustizia, nella tavola rotonda degli Stati Generali dell'Antimafia del 2016 ottenendo il Premio Borsellino nel 2017 per l'impegno civile. Dal 2001 lavora come dipendente nella biblioteca “Vergari” di Nardò, riaperta di recente dopo lunghi lavori di ristrutturazione: «È il posto in cui lei mi portava da piccola -ha dichiarato- in cui ancora sento l’odore di quel tempo così lontano ma molto attuale».

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