La Protezione Civile riscrive alla Regione Puglia. Il motivo? Avere dei chiarimenti sulla gestione della Xylella fastidiosa. In pratica, il contenuto è identico a quello della...
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Ma ora che è venuto meno lo stato di emergenza - dopo l’addio di Silletti, che è tra i dieci indagati dell’inchiesta avviata dalla Procura di Lecce, che ha stoppato, appunto, i piani commissariali per fermare lo sradicamento degli ulivi - è quanto mai importante e opportuno che Emiliano chiarisca in cosa consisterà la gestione ordinaria di lotta al batterio ormai di esclusiva competenza regionale. Per questo Roma ha ritenuto necessario inviare una seconda missiva per sollecitare quella risposta mai avuta, senza la quale, però, non si potrà uscire dalla situazione di stallo che si è determinata dopo gli ultimi fatti accaduti, con tutte le conseguenze annesse e connesse in termini sia di pericolo ulteriore di diffusione dell’epidemia sia in termini di multe da parte della Comunità Europea.
Per il Dipartimento della Protezione civile è essenziale capire la posizione della Regione per chiudere definitivamente lo stato di emergenza, rinnovato insieme alla proroga del commissario Silletti per altri sei mesi lo scorso luglio proprio su richiesta del presidente Michele Emiliano. Infatti, l’incarico commissariale inizialmente era stato previsto per sei mesi, poi prorogati per altri sei. In ogni caso, se anche Silletti non si fosse dimesso il suo mandato sarebbe scaduto - senza possibilità di ulteriore proroga - i primi giorni di febbraio. Questo significa che dal mese prossimo la Xylella sarà gestita solo dalla Regione.
Intanto, qualche giorno fa anche il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, aveva scritto a Emiliano per chiedere chiarimenti sulla questione relativa alla gestione della fitopatia. Ma pure in quel caso la richiesta è rimasta lettera morta.
O, meglio, il governatore della Puglia, prima di Capodanno, aveva risposto a quella domanda non direttamente al ministro ma ai giornalisti, dicendo che la sua strategia l’avrebbe presentata al procuratore Cataldo Motta, anticipando, quindi, la volontà di informare innanzitutto i pm salentini su come si muoverà l’apparato regionale, al momento bloccato anche per via del fatto che i dirigenti finora impegnati nella questione hanno chiesto di potersi occupare di altre questioni, soprattutto per ragioni di opportunità, considerato che due di loro sono stati iscritti nel registro degli indagati.
Per questo, di sicuro, tra gli adempimenti in agenda per l’anno appena cominciato c’è sicuramente la nomina dei nuovi dirigenti da destinare alla struttura regionale che dovrà occuparsi burocraticamente di Xylella fastidiosa, pena l’impossibilità di produrre azioni e documenti relativi al batterio. A quanto è dato sapere, la Regione si sta, comunque, riorganizzando e presto potrebbero esserci diverse novità sulla questione legata alla lotta al batterio degli ulivi.
Ora Emiliano, oltre a condividere la sua strategia con la Procura, dovrà rispondere quanto prima sia alla Protezione Civile sia al Ministero, che nelle loro lettere lo hanno messo di fronte a un dato di fatto incontrovertibile: il pericolo di una procedura d’infrazione europea che penalizzerebbe non solo la Puglia ma tutta l’Italia, perché potrebbe portare a un blocco totale dell’export relativo a tutte le specie ospiti del batterio. Come si ricorderà già il mese scorso l’Ue ha inviato all’Italia una lettera di messa in mora, cioè l’anticamera della procedura. Adesso ci sono due mesi di tempo per dimostrare di non essere stati inandempienti. Dal ministero stanno lavorando per scongiurare il peggio. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia