L'intervista/Oddati: «Un tavolo e un patto con renziani e M5s: incideranno sul programma di Emiliano»

L'intervista/Oddati: «Un tavolo e un patto con renziani e M5s: incideranno sul programma di Emiliano»
«L'alleanza con Italia viva e il M5s? È un tema che riguarda la Puglia e tutte le regioni». Nicola...

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«L'alleanza con Italia viva e il M5s? È un tema che riguarda la Puglia e tutte le regioni».

Nicola Oddati, responsabile del coordinamento iniziativa politica della segreteria nazionale Pd: ritenete che in Puglia le divisioni possano portare alla sconfitta, come ribadito da Fabiano Amati a Quotidiano (qui l'intervista)?
«Zingaretti ha rilevato come il centrodestra, pur avendo individuato i candidati con ritardo dopo un percorso tortuoso e travagliato, si presenta unito, invece noi non siamo riusciti a costituire una coalizione ampia che ricalchi l'alleanza di governo. È una sfida complessa e difficile, di cui dovremo farci carico tutti. Non solo il Pd».
In che modo?
«Dovremmo ragionare tenendo in considerazione il quadro politico, attuale e dell'autunno. Abbiamo affrontato una terribile emergenza con scelte anche forti e coraggiose, abbiamo portato avanti una battaglia in Europa per avere strumenti ulteriori per la ricostruzione, ora a settembre avremo bisogno di un governo stabile per programmare le risorse del Recovery Fund e per fronteggiare la crisi economica. E a settembre avremo due banchi di prova fondamentali: la riapertura delle scuole e le elezioni regionali. Si vota in sei regioni, sarà importante scegliere figure che fanno riferimento all'area di governo nazionale. Ecco perché va fatto qualsiasi sforzo per superare i problemi e le difficoltà, anche comprensibili».
In Puglia però per Italia viva e Azione non possono convergere su Emiliano dopo le tensioni (e le parole) degli ultimi anni. E il M5s ha fatto un'opposizione dura al governatore per un'intera consiliatura.
«Capisco tutto, ma fino a un certo punto. Il Pd ha dato vita a un governo con i cinque stelle, con cui pure c'erano state forti contrapposizioni, ma questo non ci ha impedito di trovare un programma comune per il bene dell'Italia. C'è un premier che aveva guidato un'altra coalizione e al quale non ci siamo opposti, sempre per il bene del Paese. Insomma, le posizioni non sono insuperabili, lo abbiamo dimostrato. Ora abbiamo presidenti di Regione uscenti e al primo mandato, Emiliano peraltro è legittimato dalle primarie, è un candidato forte, con una personalità che per molti è un fattore positivo e per altri negativo, ma è necessario andare oltre le persone. Conta costruire una coalizione capace anche di condizionare le scelte di governo e il programma di Emiliano, e di realizzare un fatto politico nuovo che va oltre i nomi. Se l'abbiamo fatto noi con Conte, perché non possono farlo Italia viva e il M5s con Emiliano?».
Perché ci sono distanze, non solo personali, irriducibili.
«Ma qualsiasi, eventuale deficit verrebbe colmato partecipando alla coalizione e all'impostazione del governo della Puglia. Si può essere un contrappeso interno, ma facendo una battaglia uniti per vincere. Ritengo ci sia una differenza tra Emiliano e Fitto, e Iv e M5s non possono non vederla. Come non possono non vedere che in ballo ci sono il governo della Puglia, da proseguire e magari migliorare e innovare; e la stabilità dell'alleanza di governo».
Lo hanno detto esplicitamente i renziani, ma è un'idea che si fa strada anche nel Pd: per raggiungere l'accordo con Iv e M5s occorre un candidato diverso, con un passo di lato di Emiliano.
«È un falso problema. E indubbio che Emiliano abbia forza, peso elettorale, capacità di penetrazione nel territorio pugliese, ci sono tante esperienze amministrative e sindaci che lo sostengono anche oltre il centrosinistra in senso stretto, a riprova della grande capacità di ampliamento. È politicista e semplicistico sostenere di voler togliere il candidato più forte solo perché diversamente non c'è unità. Non facevo l'esempio di Conte a caso, perché non provarci anche in Puglia? Si può lavorare a una coalizione più ampia intervenendo e incidendo su scelte, programmi, profilo politico, squadra. E le dico di più: con una coalizione più ampia, Emiliano non sarà più lo stesso candidato, sarà diverso perché avrà un altro programma e un'altra impostazione grazie ai partiti che si alleano. Anche ovviamente difendendo alcune delle scelte e delle battaglie di questi anni, pur pronti a rivederle e ad andare oltre».
Ma se tutto ciò non si dovesse concretizzare? Emiliano è destinato a perdere?
«Ha comunque grandi chance di vittoria. Ma ritengo che sarebbe comunque giusto avere la coalizione di governo nazionale che si schiera in Puglia. Il tema non è solo elettorale, l'obiettivo è costruire un'alleanza strategica forte nel Paese».
La Puglia è stata vetrina di dossier nazionali, sui quali molto spesso Emiliano s'è scontrato duramente con i governi Pd, con i renziani e con gli stessi pentastellati. Tutto ciò non aiuta, occorrerebbe parlare lo stesso linguaggio.
«Certo, ma da parte di tutti. Rilevo comunque come su alcune vicende paradigmatiche, per esempio l'Ilva, la politica nazionale sia arrivata a scelte che rispecchiano la battaglia condotta in Puglia in senso ambientalista verso la decarbonizzazione. Una strada lungo la quale anche l'Europa ci spinge ad andare avanti. Ecco, questo è un motivo ulteriore per stare uniti in Puglia: è una regione in cui ci sono grandi questioni che attengono a scelte nazionali, quanto più allora coincidono l'esperienza di governo nazionale con quella regionale, tanto più queste scelte possono andare nella stessa direzione. Noi ci stringiamo attorno a Emiliano perché c'è già un'esperienza di governo, c'è un percorso».
È andato tutto liscio in questi anni? Rimprovera qualcosa al governatore pugliese?
«Solo una certa irruenza che in qualche caso ha determinato problemi nei rapporti».
La sensazione è che il Pd nazionale non abbia voluto costruire un percorso solido e definito per le Regioni al voto. Insomma, una sorta di distacco.
«No, abbiamo seguito tutto con attenzione, con la stessa impostazione per tutti: niente alleanze imposte dall'alto, è fondamentale un processo sui territori, ma indicando una strada, quella di alleanze più larghe possibili e coincidenti con il quadro nazionale».
In Puglia si fa spesso il nome di Decaro come candidato governatore.

«Scherzosamente ho parlato proprio oggi con lui, Antonio mi ha detto che ha deciso di coordinare la campagna elettorale di Emiliano: mi pare la risposta più netta e più forte». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia