Cardone: «Troppi premi e competizioni: a volte qualcosa può scappare»

Cardone: «Troppi premi e competizioni: a volte qualcosa può scappare»
Vini pugliesi ancora poco conosciuti presso gli addetti ai lavori che contano, oppure è vero proprio il contrario: cioè che non tutti i produttori pugliesi sono al...

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Vini pugliesi ancora poco conosciuti presso gli addetti ai lavori che contano, oppure è vero proprio il contrario: cioè che non tutti i produttori pugliesi sono al corrente su tutte le occasioni di competizione internazionale per i propri vini; occasioni che d'altronde aumentano di numero man mano che il settore enologico diventa voce sempre più importante dell'economia planetaria.

Marianna Cardone, produttrice di grandi bianchi e spumanti in quel di Locorotondo nella cantina che porta il suo cognome - nonché delegata regionale delle Donne del vino, azzarda anche questa ipotesi: forse il Best Italian Wine Award non è ancora una competizione tanto famosa da obbligare i produttori vitivinicoli pugliesi a inviare al concorso quei campioni che poi serviranno alle degustazioni degli esperti.
Perché non ci sono vini pugliesi in questa graduatoria, secondo lei?
«Guardi, personalmente non sto mandando più campioni a nessuno, in questo momento, proprio perché ho bisogno di riflettere su questo punto, e può darsi che altri colleghi si siamo regolati come me. I premi e i riconoscimenti del nostro settore sono diventati ormai innumerevoli, e quindi bisogna sceglierne alcuni e tralasciarne altri, secondo le esigenze della cantina. Aggiungo poi che neppure io ero a conoscenza di questa competizione; ne ho sentito parlare da colleghe di altre regioni che stimo moltissimo e che stavano partecipando al Biwa. Quindi mi sono documentata e mi sono resa conto del fatto che, appunto, molti altri colleghi non erano a conoscenza dell'esistenza di questa competizione».
Che è nata nel 2012.
«e alla fine non sono neanche pochi, sei anni, in un periodo storico in cui le cose accadono a velocità supersonica. Però, ripeto, ormai siamo bombardati dalle richieste di partecipazione a fiere, gare, eventi, e allora può succedere di saltarne qualcuna».
Che ritorno hanno in genere le aziende che partecipano a queste gare?

«Il ritorno c'è, perché soprattutto i mercati orientali si basano proprio su questi premi per decidere cosa acquistare. È chiaro che in una fiera con centinaia di stand e migliaia di cantine il bollino che certifica il premio ha il suo peso nell'attirare l'attenzione dei potenziali buyer, eccome. Però, torno a dire, fiere e premi sono ormai a decine, e non si può prestare attenzione a tutti: ecco perché penso che la Puglia sia stata assente nella classifica Biwa, perché forse non tutti conoscono questo nuovo riconoscimento».

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Quotidiano Di Puglia