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Crescere con l’obiettivo di eliminare lo storico divario con il Nord. Il percorso del Mezzogiorno contenuto nel Pnrr ha poi un’altra sottotraccia: ridurre i gap grazie alla transizione digitale, una delle differenze più marcate rispetto al resto del Paese. Tant’è che alla banda ultralarga sono riservati 6,7 miliardi del Piano. E in una situazione assai variegata a livello nazionale, il Mezzogiorno arranca seppure la Puglia in alcune statistiche regge il confronto con altre realtà.
Secondo l’elaborazione curata dal team di ricerca dell’Istituto per la Competitività, I-Com, sulla base dei dati forniti da Infratel - la società in house del Mise - rispetto alla percentuale di famiglie connesse alla broadband, il Tacco d’Italia raggiunge l’80%. Inferiore al dato medio italiano dell’87% ma più alto di altre regioni del Sud come Molise (78%) e Calabria (76%). Si stima poi che la prima regione per copertura della rete, con velocità di almeno un Gbps, sarà il Friuli Venezia Giulia mentre tra le regioni del Sud la Puglia (72%) figurerebbe al di sopra della media nazionale (68%) per velocità e copertura della rete.
Confindustria: «Pronti a fare nostra parte»
«Standardizzare e velocizzare» sono le parole d’ordine. Lo ha ribadito ieri il ministro della Transizione digitale e dell’innovazione, Vittorio Colao, dopo i messaggi lanciati a Bari nella giornata di lunedì. «Abbiamo apprezzato le parole del ministro Colao in occasione della presentazione del Pnrr a Bari che per la Puglia spinge sull’acceleratore dell’innovazione digitale - commenta il presidente di Confindustria Puglia, Sergio Fontana - L’infrastrutturazione digitale costituisce la piattaforma strategica per far ripartire l’economia.
Ogni territorio sconta difficoltà e ostacoli diversi. Altro esempio per provare a leggere una situazione a macchia di leopardo che emerge dal report di I-Com. Senza le risorse del Pnrr, il 71% dei numeri civici presenti sul territorio nazionale beneficerebbe al 2026 di una rete con velocità superiore a 300 megabit al secondo mentre il restante 29% del Paese sarebbe oggetto di intervento. Nel Mezzogiorno solo Puglia, Sicilia e Molise figurerebbero al di sopra della media nazionale del 68%. Le restanti regioni meridionali compaiono, invece, insieme a Toscana e Valle d’Aosta, nella parte bassa della classifica, con coperture a più di 1 gigabit per secondo nettamente inferiori al resto d’Italia.
Spostando il focus a livello provinciale, quelle del Nord Est, di Genova, Roma e Prato sono tra le prime che raggiungeranno la copertura alla velocità massima, maggiore di 1 Gbps, entro il 2026. Ma pure le province di Bari e Barletta-Andria-Trani hanno previsioni ottimistiche con un dato superiore all’80%.
«Indispensabile assicurare la connettività»
«La crisi sanitaria ed economica ha messo in evidenza che è indispensabile assicurare la connettività a banda ultra larga - prosegue Fontana - La completa realizzazione dell’infrastruttura può garantire lo sviluppo e l’efficiente impiego delle nuove tecnologie. Un ruolo di primaria importanza nel processo di digitalizzazione spetta alla Pubblica Amministrazione, chiamata a esercitare un effetto “driver” sulla diffusione dei servizi. Se ce la farà il Sud, potranno farcela l’Italia e l’Europa».
Proprio a questo proposito, infine, la Regione Puglia ha individuato e attuato una propria visione sulla Banda Larga e Ultra Larga: nella nuova programmazione 2021-2027 sono stati indicati come altamente prioritari gli “investimenti per realizzare reti a banda larga ad altissima capacità, a partire dalla realizzazione di reti infrastrutturali per l’accesso a Internet ultraveloce nelle aree bianche, anche con l’obiettivo di colmare il divario in tema di copertura della banda larga tra zone urbane e zone rurali”.
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