Sono gli utenti e i passeggeri i primi ad essere infuriati con i presunti responsabili del dissesto delle Ferrovie del Sud Est. Migliaia di persone che ogni giorno devono fare i...
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«Grazie alla collaborazione tra la Regione Puglia, la nuova gestione di Rfi e la Procura di Bari si sta scoperchiando il verminaio della vecchia gestione delle Ferrovie Sud Est», sostiene il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che ieri è intervenuto nel Tribunale fallimentare di Bari all’adunanza dei creditori, esprimendo voto favorevole per i crediti chirografari vantati dalla Regione.
Nei gruppi e nelle pagine dedicate sui social proprio alle Fse, il sentimento di sdegno è unanime, tanto da mettere a nudo una collera mai troppo sopita in questi anni e maturata in seguito ai grandi disagi pesati sulle spalle di tanti pendolari costretti a dover usufruire di un servizio di scarsissima qualità, nonostante i costi degli abbonamenti e dei biglietti singoli.
L’unica consolazione, seppur magra, è quella di poter riversare nelle pagine online, la loro rabbia e il malessere per un servizio pubblico mai funzionante davvero, diventato, da quasi due decenni, un carrozzone per l’arricchimento di pochi: «Saranno ricordati», scrive Angelica con ironia.
Altri aggiungono: «Dimenticheranno tutto molto presto». Uno dei casi più significativi emersi dalle indagini riguarda l’autista del commissario unico, pagato oltre 14mila euro, mentre i viaggiatori delle Sud Est erano costretti a vivere situazioni al limite del collasso, in alloggiamenti sporchi o privi di climatizzazione: «E mentre noi facevamo la sauna d’estate - scrive con amarezza un utente -, in vagoni privi di aria condizionata, Fiorillo beveva vino da 2.600 euro e viaggiava, da Roma a Bari, in confortevoli macchine con autista super pagato...». Ed ancora: «Penso - si legge sulla bacheca “Fse, la voce dei viaggiatori»” - che esprimere il nostro sdegno sia cosa buona e giusta, le parole non saranno mai abbastanza dure per condannare questa gente che per come la penso io riuscirà in qualche modo a cavarsela».
Nelle discussioni online, c’è chi ricorda come al centro delle proteste vi fosse da sempre il lavoratore Fse, con un atteggiamento che adesso si scopre poco corretto: «Ora capite perché non è mai stato giusto (secondo me) - spiega Domenico - scaricare tutto sui dipendenti di Fse, immagino le loro difficoltà nel garantire, con quel poco a loro disposizione, gli spostamenti dei pendolari». La ragione, prova a spiegare un altro commentatore, era nella paura di essere licenziati: «Più forte della vergogna di lavorare con dei ladri». E un altro utente, invece, si chiede: «Chissà se un giorno ci fermeremo a riflettere che se viaggiatori e dipendenti insieme avessero tutti remato nella stessa direzione questo marciume sarebbe uscito fuori prima». Qualcuno, poi, si spinge anche oltre i confini del Salento: «E in tutto questo, al ministero dei trasporti nessuno si accorgeva di nulla».
L’ultimo auspicio che si leva dai social: «Riconsegnassero i soldi sperperati in questi anni», evidenziano Tiziana ed altri. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia