Sui social la rabbia dei pendolari:
«Noi vittime del loro saccheggio»

Sui social la rabbia dei pendolari: «Noi vittime del loro saccheggio»
di Maurizio TARANTINO
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Venerdì 2 Febbraio 2018, 21:19 - Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 18:54
Sono gli utenti e i passeggeri i primi ad essere infuriati con i presunti responsabili del dissesto delle Ferrovie del Sud Est. Migliaia di persone che ogni giorno devono fare i conti con disservizi, scarsa assistenza, guasti, e ritardi hanno dapprima commentato con incredulità quanto riportato dalle pagine del provvedimento del giudice per le indagini preliminari che ha inchiodato alle loro responsabilità 29 persone, tra cui l’amministratore unico Luigi Fiorillo, poi con disgusto e infine con rabbia per quanto scoperchiato dagli inquirenti.
«Grazie alla collaborazione tra la Regione Puglia, la nuova gestione di Rfi e la Procura di Bari si sta scoperchiando il verminaio della vecchia gestione delle Ferrovie Sud Est», sostiene il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che ieri è intervenuto nel Tribunale fallimentare di Bari all’adunanza dei creditori, esprimendo voto favorevole per i crediti chirografari vantati dalla Regione.
Nei gruppi e nelle pagine dedicate sui social proprio alle Fse, il sentimento di sdegno è unanime, tanto da mettere a nudo una collera mai troppo sopita in questi anni e maturata in seguito ai grandi disagi pesati sulle spalle di tanti pendolari costretti a dover usufruire di un servizio di scarsissima qualità, nonostante i costi degli abbonamenti e dei biglietti singoli.
L’unica consolazione, seppur magra, è quella di poter riversare nelle pagine online, la loro rabbia e il malessere per un servizio pubblico mai funzionante davvero, diventato, da quasi due decenni, un carrozzone per l’arricchimento di pochi: «Saranno ricordati», scrive Angelica con ironia.
 
Altri aggiungono: «Dimenticheranno tutto molto presto». Uno dei casi più significativi emersi dalle indagini riguarda l’autista del commissario unico, pagato oltre 14mila euro, mentre i viaggiatori delle Sud Est erano costretti a vivere situazioni al limite del collasso, in alloggiamenti sporchi o privi di climatizzazione: «E mentre noi facevamo la sauna d’estate - scrive con amarezza un utente -, in vagoni privi di aria condizionata, Fiorillo beveva vino da 2.600 euro e viaggiava, da Roma a Bari, in confortevoli macchine con autista super pagato...». Ed ancora: «Penso - si legge sulla bacheca “Fse, la voce dei viaggiatori»” - che esprimere il nostro sdegno sia cosa buona e giusta, le parole non saranno mai abbastanza dure per condannare questa gente che per come la penso io riuscirà in qualche modo a cavarsela».
Nelle discussioni online, c’è chi ricorda come al centro delle proteste vi fosse da sempre il lavoratore Fse, con un atteggiamento che adesso si scopre poco corretto: «Ora capite perché non è mai stato giusto (secondo me) - spiega Domenico - scaricare tutto sui dipendenti di Fse, immagino le loro difficoltà nel garantire, con quel poco a loro disposizione, gli spostamenti dei pendolari». La ragione, prova a spiegare un altro commentatore, era nella paura di essere licenziati: «Più forte della vergogna di lavorare con dei ladri». E un altro utente, invece, si chiede: «Chissà se un giorno ci fermeremo a riflettere che se viaggiatori e dipendenti insieme avessero tutti remato nella stessa direzione questo marciume sarebbe uscito fuori prima». Qualcuno, poi, si spinge anche oltre i confini del Salento: «E in tutto questo, al ministero dei trasporti nessuno si accorgeva di nulla».
L’ultimo auspicio che si leva dai social: «Riconsegnassero i soldi sperperati in questi anni», evidenziano Tiziana ed altri.
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