«Allo stato degli atti e delle acquisizioni probatorie rimane ferma la necessità della verifica dibattimentale della contestazione accusatoria». Con questa...
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Con l’avvocato tarantino sono state rinviate a giudizio altre quattro persone: Nicola Alfonso, responsabile tecnico di Fse, Giuseppe Fiaccadori, rappresentante legale di Railconsulting srl di Marmirolo, Marco Mazzocchi e Carlo Beltramelli, all’epoca dei fatti rispettivamente rappresentante legale e procuratore speciale della società polacca Varsa Sp. Z.o.o. di Varsavia. Sono due le presunte truffe ai danni della Regione Puglia che vengono contestate e riguardano l’acquisto da parte dell’azienda di trasporto pugliese di complessivi 52 vagoni costati circa 115 milioni di euro, cioè 23 milioni in più del prezzo di mercato.
Il giudice, disponendo il rinvio a giudizio degli imputati, ha però escluso l’aggravante della transnazionalità del reato contestato; mentre nei confronti di Fiorillo ha dichiarato anche il “non luogo a procedere” per i reati fiscali e la prescrizione di un presunto episodio di corruzione.
Dopo qualche mese, la stessa società avrebbe venduto i 25 convogli nel medesimo stato in cui si trovavano, alla società polacca incaricata di eseguire interventi di ristrutturazione al prezzo di 280mila euro ciascuna, intascando quindi circa 7 milioni. Successivamente, sempre le stesse carrozze sarebbero state ricomprate dalle Ferrovie Sud-Est, questa volta a 900mila euro ciascuna, per un esborso di oltre 22 milioni di euro, quasi 12 in più rispetto al valore reale stimato dagli inquirenti. Su questa vicenda si era già espresso il Tribunale del Riesame: lo scorso 31 luglio i giudici annullarono il sequestro di 12 milioni di euro nei confronti di Fiorillo, Alfonso e Beltramelli, sottolineando che non è possibile ipotizzare alcuna truffa.
Nel motivare la decisione di dissequestrare i beni degli imputati, il Riesame scriveva che “non si comprende in cosa sia consistito l'artifizio utilizzato da Fse per indurre la Regione ad erogare un finanziamento non dovuto. Né, in radice, risultano evidenziati gli elementi che consentano di individuare il contestato “ingiusto profitto patrimoniale alla società Varsa” visto che a Pesa è stato pagato l’importo dei treni come concordato”.
Il gup Mastrorilli nel suo provvedimento riporta la decisione del Tribunale del Riesame, ma ritiene che nonostante quel giudizio ci sia “la possibilità di una lettura alternativa e aperta del materiale processuale posto a sostegno dell’impianto accusatorio”, ecco perché è “da escludere la inutilità del dibattimento”. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia