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Gli studenti di scuola secondaria di secondo grado, dopo mesi di Dad, torneranno davvero in classe il 7 gennaio? A meno quattro giorni dal D-day aumentano dubbi e perplessità e se prima di Natale al centro delle criticità c'era il piano di rientro previsto dai territori, allo scoccare del nuovo anno a preoccupare sono invece i dati dei contagi che fanno intravedere all'orizzonte nemmeno tanto lontano l'arrivo di una terza ondata pandemica.
La Regione Puglia è tra quelle considerate dall'Istituto Superiore di Sanità a rischio alto, come il Veneto e la Campania, con indice di contagiosità Rt che oscilla intono all'1, tanto che dopo il mini lockdown delle feste potrebbe essere declassata a zona arancione, se non addirittura rossa. Motivo per cui il governatore Michele Emiliano per la scuola sta pensando di scegliere nuovamente la strada della prudenza. Che significa: lasciare liberi i genitori di decidere se mandare o meno i propri figli in presenza. La Regione intende, infatti, continuare a dare la possibilità agli studenti delle scuole pugliesi di ogni ordine e grado (dalle elementari alle superiori), e alle loro famiglie, di scegliere la didattica a distanza anche dal 7 gennaio, come viene comunicato in una nota. «Prima di emanare l'ordinanza - ha sottolineato il governatore Michele Emiliano - ci teniamo a incontrare le rappresentanze del mondo della scuola, come ci siamo a impegnati a fare, per condividere con loro la nostra impostazione e raccogliere il loro punto di vista».
Emiliano insieme agli assessori Sebastiano Leo, Pier Luigi Lopalco e Anita Maurodinoia, ha infatti convocato per questa mattina alle 10 una riunione con i sindacati per discutere e condividere la bozza della nuova ordinanza sulla scuola, in vista della riapertura il 7 gennaio. «In tempo di pandemia - hanno fatto sapere dalla Regione - si ritiene che le famiglie debbano poter decidere di non esporsi ai rischi derivanti dalla frequenza obbligatoria a scuola, rischi che in classe esistono come in ogni altro luogo di comunità».
Intanto il Viminale ha ufficializzato la ripartenza, dopo i tavoli prefettizi istituiti per il coordinamento dei trasporti: almeno fino al 15 gennaio però è prevista la didattica a distanza al 50%, come disposto dall'ultima ordinanza del ministro della Salute, poi al 75%.
«Il quadro epidemiologico resta abbastanza alto, siamo in piena pandemia, le famiglie devono poter decidere - ha aggiunto l'assessore regionale all'Istruzione, Sebastiano Leo - tenendo conto che in questo preciso momento il diritto alla Salute viene prima del diritto allo studio». Contrari sulla riapertura alle condizioni attuali si sono detti anche i presidi. «Si riapre il 7 tra incertezza sanitaria e caos organizzativo - ha confermato il presidente di Anp Puglia, Roberto Romito -. Avevamo proposto, e continuiamo a sostenere, uno schema alternativo: far tornare a scuola il 50% degli studenti ma con un unico turno di ingresso, e non già il 7 gennaio bensì più in là (il 15 o il 18) proseguendo ancora per qualche giorno nel regime di didattica a distanza adottato fino all'inizio delle vacanze natalizie». Così «si avrebbe il vantaggio di verificare, prima del rientro a scuola in presenza, gli effetti dei comportamenti assunti durante le festività dai singoli cittadini in termini di contagio, previsione che rimane tuttora incerta e preoccupante».
Netta anche la posizione della Uil Scuola: «Non ci sono le condizioni di sicurezza per tornare a scuola il 7 gennaio e i trasporti non danno garanzie» ha sostenuto il segretario generale Gianni Verga. «Non si può scaglionare l'ingresso e intervenire ripetutamente sulla organizzazione scolastica come se fosse una Lego da montare e smontare all'occorrenza o sul personale scolastico come se fosse la vittima sacrificale che paga il prezzo di carenze strutturali e contingenti. Per le scuole superiori - ha aggiunto Verga - manca una regia, quella dell'assessorato regionale ai Trasporti che, nonostante il cambio di guardia, continua sulla stessa linea di scarsa considerazione del sistema scuola e dei loro attori, con notizie frammentate e tanti tavoli inutili, ora anche con le prefetture, senza avere ben chiaro il funzionamento delle scuole». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia