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La scuola superiore che ieri doveva ripartire, almeno metà in presenza e l'altra da casa, non ha alzato le mani per rispondere all'appello se non in tre regioni soltanto: Toscana, Abruzzo e Valle d'Aosta. In tutto poco meno di 250mila studenti. Ma ha alzato la voce in piazza con manifestazioni, flash-mob e scioperi della Dad, da Nord a Sud. «Spenti per protesta» recita uno dei tanti slogan scritti dagli studenti, appoggiati in questa protesta anche dalla ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, che ha detto senza mezzi termini: «La Dad non funziona più. È difficile per i ragazzi comprendere perché non rientrano a scuola, capisco la loro frustazione. Nelle Regioni in fascia gialla tutto è aperto tranne la scuola superiore e questo creerà profonde cicatrici, i ragazzi sono disorientati e arrabbiati».
Hanno protestato anche le famiglie: «I nostri figli si stanno spegnendo davanti ai pc». I docenti, invece, si sono divisi, tra paura del contagio e richiamo della cattedra, reclamando coi sindacati di essere considerati una categoria prioritaria nel piano vaccinale. Ad essere contestate sono le mancate scelte che non hanno consentito di rientrare in sicurezza in aula, trasporti in primis, con piani inesistenti.
Quasi tutte le regioni italiane hanno scelto la prudenza. In Puglia il presidente Michele Emiliano, con l'ordinanza numero uno del 5 gennaio scorso, ha rinviato il ritorno in classe al 15 gennaio, in attesa anche del nuovo Dpcm, che dovrebbe arrivare il 16 gennaio. Ieri, nella Conferenza Stato-Regioni si è discusso proprio di questo. Nel nuovo testo del governo dovrebbe essere introdotta anche una zona bianca per le Regioni con Rt sotto lo 0,5, nelle quali sarebbero aperte tutte le attività e anche le scuole.
Intanto, ieri la protesta ha scompaginato le carte, richiamando tutta la politica ad un preciso impegno per il ritorno a scuola in sicurezza.
Mobilitazione anche a Bari. Davanti alla sede della Regione Puglia una sessantina di docenti ha partecipato alla manifestazione di protesta organizzata dal sindacato Uil Scuola per chiedere che venga rivista l'ordinanza con la quale è stata disposta la didattica digitale integrata per tutte le scuole, eccetto la possibilità per le famiglie degli alunni del primo ciclo di chiedere la frequenza in presenza. «Chiediamo al tavolo regionale una settimana di precauzione con tutti gli studenti in didattica a distanza - ha spiegato il segretario regionale Gianni Verga - . Se c'è pericolo di contagi, lo si dica con un provvedimento come hanno fatto altre Regioni, ma la scelta non può essere delegata alle famiglie». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia