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La Regione corre ai ripari per risolvere l’emergenza personale sanitario. L’ultima mossa porta la firma dell’assessore alla Sanità Rocco Palese e del direttore dipartimento Salute Vito Montanaro che in una circolare inviata ai direttori generali delle Asl autorizzano le stabilizzazioni per circa 500 unità, “previo test facilitato”. Una misura, questa, per dare un sostegno alle strutture sanitarie sempre alle prese con la carenza di personale.
Il personale
Per poter stabilizzare però i diretti interessati devono aver effettuato almeno 18 mesi di lavoro e le aziende devono avere disponibilità di bilancio al 31 dicembre 2022. Si cerca di risolvere anche il problema di chi si vede interrompere il contratto di lavoro. “Qualora necessario ed indispensabile soprattutto per finalità assistenziali - è scritto nella nota - il Direttore Generale può procedere “alla proroga fino al 30 giugno 2024 del personale che ha maturato i requisiti per la stabilizzazione previa prova selettiva, nelle more del completamento delle necessarie procedure amministrative, in coerenza con la normativa vigente in materia”.
Lo sciopero
Intanto, oggi medici ed infermieri incroceranno le braccia per lo sciopero nazionale di 24 ore indetto dal maggiore sindacato degli ospedalieri, l'Anaao Assomed, e dalla Cimo: secondo le previsioni, l'adesione sarà massiccia e potrebbero saltare 1,5 milioni di visite, esami e interventi. Ma la protesta non si esaurirà con la giornata odierna. Il 18 dicembre è infatti in programma un nuovo sciopero deciso dalle altre sigle della Intersindacale medica. Sotto attacco è la manovra, che «non tutela medici e cittadini», e lo slogan unico è “Salviamo il Ssn”. Intanto, governo e partiti lavorano per risolvere il nodo dei previsti tagli alle pensioni della categoria. Lo sciopero, cui aderisce anche il sindacato degli infermieri Nursing Up, vale per tutta la giornata di oggi ma saranno garantite le prestazioni d'urgenza, ad esempio l'attività dei Pronto soccorso e del 118 e gli interventi per il parto.
Le risorse
A partire da una ricollocazione delle risorse economiche stanziate: «Come primo atto, chiediamo che i soldi stanziati in manovra per retribuire il lavoro in più dei sanitari per lo smaltimento delle liste di attesa, circa 200 milioni, vengano invece finalizzati agli stipendi dei medici e dei sanitari, così come i 600 milioni destinati alla sanità privata convenzionata». Insomma, i sindacati chiedono atti concreti. Anche per le pensioni: «L'annuncio che si sta lavorando ad una soluzione non basta - commenta Di Silverio -. Chiediamo il ritiro della norma». Quindi, un messaggio alla premier Giorgia Meloni: «Ad oggi la presidente del Consiglio non ci ha ancora convocato. Se intende continuare a parlare solo con i sindacati confederali e non con gli 'addetti ai lavorì, non si stupisca poi se scendiamo in piazza». Il punto, insistono le organizzazioni, è modificare la manovra mettendo finalmente mano a criticità strutturali del mondo della sanità, partendo dalle carenze del personale (ad oggi mancano 30mila medici ospedalieri, in particolare nel Pronto Soccorso, 65mila infermieri ed entro il 2025 andranno in pensione oltre 40mila tra medici e personale sanitario), gli stipendi poco attrattivi e le condizioni di lavoro gravose».
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