L’emergenza coronavirus potrebbe consegnare ai pugliesi una sanità rafforzata dopo oltre dieci anni di tagli, chiusure ospedalieri o riconversioni come si preferisce...
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Si tratta di circa 500 unità in più, quindi si passerà da 11.500 posti a circa 12mila. Ovviamente, questa mossa comporterà anche un ampliamento degli organici: le Asl, sino a martedì scorso, aveva provveduto ad assumere circa 800 persone, tra medici, infermieri ed altre professionalità. L’intenzione del governo regionale è di non perdere questo patrimonio umano ma riconfermarlo anche al termine della prima pandemia da coronavirus. Peraltro, una seconda ondata è attesa per il prossimo autunno, quando ancora non ci sarà a disposizione un vaccino. Quindi, ricapitolando, resteranno attivi 346 posti letto nelle terapie intensive, a febbraio erano la metà (173 circa); 564 nelle pneumologie e 701 nelle malattie infettive. Cosi, come non verranno cancellati i posti letto post acuzie, recuperati “riaprendo” gli ospedali riconvertiti, cioè quelli riservati ai pazienti Covid guariti ma non ancora “negativizzati”: sono 130 di lungodegenza e 306 di riabilitazione.
Quotidiano Di Puglia