Rischio frane e alluvioni: in arrivo 17 milioni di euro ma solo per pochi Comuni. A rischio l'89% dei paesi pugliesi

Rischio frane e alluvioni: in arrivo 17 milioni di euro ma solo per pochi Comuni. A rischio l'89% dei paesi pugliesi
Dissesto idrogeologico: in arrivo 17 milioni di euro per alcuni comuni nelle province di Brindisi e di Foggia. Le risorse, stanziate dal ministero dell’Ambiente,...

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Dissesto idrogeologico: in arrivo 17 milioni di euro per alcuni comuni nelle province di Brindisi e di Foggia. Le risorse, stanziate dal ministero dell’Ambiente, “transiteranno” dalla Regione per finire nelle casse dei comuni di Fasano e Pezze di Greco, nel Brindisino, di Pietramontecorvino, Biccari Canalone Guadoncello, Pietramontecorvino e Sant’Agata di Puglia, nella Daunia. Interventi importanti e attesi da tempo, anche alla luce dei profondi cambiamenti climatici che stanno interessando la Puglia e il resto del Paese. Così, mentre l’Emilia Romagna conta danni e morti delle alluvioni che l’hanno travolta pochi giorni fa, i meteorologi pugliesi avvisano: «Sarà un’estate di grandi piogge e picchi di caldo record». Una mutazione progressiva verso le instabilità tipiche del clima tropicale che si ripercuote direttamente sull’economia – si pensi agli effetti in agricoltura – a una velocità di molto superiore a quella della politica e della Regione, cui compete la messa in sicurezza del territorio. Per quanto riguarda la Puglia - che annovera l’intera fascia costiera e l’entroterra foggiano fra le aree a rischio idrogeologico - dal 2015 a oggi la struttura commissariale che fa capo al governatore Michele Emiliano ed è diretta dall’ingegnere Elio Sannicandro, ha attivato 219 interventi di messa in sicurezza del suolo per prevenire frane e alluvioni dalla Daunia al Salento, 175 dei quali finanziati con circa 500 milioni di euro. Di questi, «92 sono stati già completati e collaudati, 21 interventi sono in corso avanzato di realizzazione, 27 progetti approvati sono in fase di appalto, 35 interventi sono stati finanziati e si trovano in fase di progettazione» riferivano gli uffici lo scorso novembre. Altri 44 progetti sono ancora sul tavolo del commissario di Governo, in fase di redazione o in attesa di finanziamento. Per portarli a termine «occorrerebbero circa 120 milioni di euro». A queste somme, vanno aggiunte le richieste di fondi inoltrate dai singoli Comuni e pari a 110 milioni di euro. 

Le associazioni all'attacco

A incalzare la Regione ci sono le associazioni di categoria, Coldiretti e Confagricoltura. Per Coldiretti Puglia l’89% del totale dei comuni – ovvero nove su dieci - sono a rischio idrogeologico anche per effetto del cambiamento climatico «che aggrava lo stato di salute di un territorio già molto fragile per la cementificazione e l’abbandono.
Sono 230 su 257 i comuni pugliesi a rischio e a pagarne i costi – evidenzia Coldiretti Puglia – oltre ai cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali, sono proprio le 11.692 imprese che operano su quei territori». Le zone “osservate speciali” sono l’intera provincia della Bat, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l’81% dei comuni leccesi «e sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni» chiarisce Coldiretti.
A questa situazione – sottolinea ancora l’associazione - non è estraneo il fatto che «negli ultimi 50 anni è scomparso quasi un terreno agricolo su tre (-30%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari a causa dell’abbandono e della cementificazione».


Per Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Puglia, bisogna allargare la prospettiva: «Invece di affrontare solo gli effetti dei cambiamenti climatici - dice - dovremmo agire sulle cause attraverso una vasta strategia che preveda un adeguato Piano di adattamento basato sulle conoscenze e le esperienze europee più aggiornate. Questo piano dovrebbe favorire processi di auto-depurazione, una corretta ricarica delle falde e una riduzione generale della vulnerabilità del territorio. Per raggiungere questi obiettivi a medio e lungo termine, Confagricoltura ritiene che sia essenziale investire nelle infrastrutture per l’irrigazione e utilizzare gli invasi per conservare l’acqua da utilizzare solo quando necessario. Attualmente, gli invasi esistenti catturano solo l’11% dell’acqua piovana. Il resto viene disperso nella rete di distribuzione: in Puglia arriva in alcuni casi solo il 50% dell’acqua di partenza, un problema dovuto alla scarsa manutenzione delle infrastrutture nel nostro Paese». Ciò che serve, insomma, è una reale consapevolezza della serietà del problema e tutte le risorse necessarie per affrontarlo. Senza più ritardi.
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Quotidiano Di Puglia