Rincari: sale il prezzo del latte ma la Cia rilancia l'allerta: «Così allevatori alla fame»

Rincari: sale il prezzo del latte ma la Cia rilancia l'allerta: «Così allevatori alla fame»
È allarme anche per il prezzo del latte, che arriverà a toccare i due euro al litro, nonostante - è il paradosso messo in evidenza da Cia Levante - ai...

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È allarme anche per il prezzo del latte, che arriverà a toccare i due euro al litro, nonostante - è il paradosso messo in evidenza da Cia Levante - ai produttori vadano poco più di 40 centesimi. «Il prezzo del latte - afferma Giuseppe De Noia, presidente di Cia Bari e Bat - salirà a due euro al litro. Non sono solo voci, dunque, ma esiste il serio e reale rischio che il costo per il consumatore finale, e non per i nostri allevatori, possa davvero arrivare sugli scaffali a 2 euro». Il comparto lattiero-caseario pugliese conta oltre 2.000 aziende con mucche e bufale e circa 3.000 con ovini e caprini da latte. In questo particolare settore, la maggioranza delle imprese si concentra nelle province di Bari e Taranto. Nel Foggiano e nel Barese, invece, ci sono più allevamenti ovicaprini. Il numero di capi allevati si attesta attorno ai 70mila per bovini e bufalini, mentre registra oltre 300mila ovicaprini. Per quanto riguarda le bufale, è la provincia di Foggia a detenere il primato pugliese. Le unità di trasformazione e raccolta del latte, invece, sono circa 200. Si tratta di aziende che ora sono sotto assedio a causa dei rincari incontrollati.

L'allarme della Cia


«Da tempo - afferma De Noia - chiediamo soluzioni concrete e immediate. Non possiamo mettere a repentaglio l'economia primaria portata avanti, nel tempo, con tanti sacrifici e con un potenziale occupazionale consistente. Quando si parla di filiera zootecnica, non si deve partire dal consumatore finale, ma dalla stalla, dai nostri allevamenti e allevatori, e solo successivamente arrivare al mercato». Il referente dell'area zootecnica, Francesco Bianco, aggiunge: «Esiste un gap non più sostenibile, che mette a serio rischio la tenuta di centinaia e centinaia di aziende zootecniche. Non possiamo tollerare un prezzo finale del latte che viaggia a quota 2 euro al consumatore finale e avere alla stalla un prezzo che oscilla da 0,42 a 0,48 euro: una forbice che mortifica gli attori principali della filiera. Siamo preoccupati per un'eventuale previsione di contrazione del consumo del latte, che andrebbe a creare ulteriori problemi, anche di natura alimentare, perché consapevolmente tutti conosciamo i benefici alimentari di questo prodotto».


P.Tem.
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Quotidiano Di Puglia