BARI - La Puglia vuole impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale il decreto "Sblocca Italia" ed in particolare l'articolo 38 per la «palese incostituzionalità e per...
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«Ancora una volta - ha spiegato il presidente dell'Assemblea legislativa, Onofrio Introna - ci schieriamo contro il decreto Sblocca Italia chiedendo al governo regionale di impugnare il provvedimento davanti alla Corte Costituzionale per difendere i mari di Puglia dalle trivelle, come da motivazione alla base dell'ordine del giorno. L'art. 28 è antieconomico e certamente non decisivo per il fabbisogno energetico del nostro paese, mentre - secondo Introna - potrebbero risultare molto dannose le ricadute negative su un'industria straordinaria e in grande crescita come il turismo pugliese, ma anche su tutte le altre attività economiche legate ai mari e alle coste».
«L'accelerazione impressa dal Governo Renzi alle trivelle nasce - evidenzia anche Introna - da una stima esagerata dell'effetto idrocarburi, stimata in 25 mila nuovi posti di lavoro, ma secondo i dati dello stesso ministero dello Sviluppo, il petrolio nei nostri fondali marini non supererebbe i 10 milioni di tonnellate, pari al fabbisogno nazionale di appena 8 settimane. Per questo scarso e presunto oro nero - ha aggiunto Introna - si moltiplicano richieste di concessioni per quasi 30 mila kmq complessivi di aree marine, in un Mediterraneo dove già si concentra più del 25% del traffico petrolifero marittimo mondiale, con un impatto e un inquinamento che non hanno paragoni in tutto il pianeta». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia