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«Aumento sensibile delle richieste di tamponi, ma al momento nessun assalto». Agende piene di appuntamenti per somministrare i test diagnostici Covid: le farmacie pugliesi si preparano a gestire la situazione secondo le regole stabilite. Da qualche giorno e nelle ultime 24 ore in particolare, alla vigilia dell'entrata in vigore dell'obbligo del green pass nei luoghi di lavoro sia pubblici che privati, che parte oggi, si è scatenata una corsa al tampone da parte di quei cittadini che non hanno effettuato la vaccinazione. In tanti si sono recati in farmacia per prenotare un test diagnostico o per richiedere la possibilità di bloccare dei pacchetti magari ottenendo un prezzo più conveniente. Alcuni hanno addirittura già opzionato gran parte delle scorte e sono in attesa di nuovi rifornimenti. Chi non è in possesso del certificato verde infatti dovrebbe effettuare, come da decreto, un tampone ogni 48 ore, tempo limite entro cui è fissata la validità del risultato ai fini del lasciapassare.
I farmacisti
Per i farmacisti però l'aumento registrato è gestibile e considerato fisiologico. «I dati in nostro possesso e che ci stanno arrivando in queste ore - spiega Luigi D'Ambrosio Lettieri presidente dell'ordine dei farmacisti di Bari e Bat- ci dicono di un aumento delle richieste sicuramente significativo, nell'ordine del 15%, ma non si tratta di un assalto. È un incremento che ci prepariamo a gestire con il massimo impegno, con rigore, professionalità, competenza e sicurezza. Al momento non c'è nessun allarme, ci stiamo attrezzando per fronteggiare questa situazione nei modi previsti dal Governo centrale e regionale.
La polemica
Mentre c'è chi si attrezza e opera sul campo, tante, nelle stanze istituzionali, le ipotesi al vaglio per ciò che riguarda i prezzi e la possibilità di somministrarli gratuitamente. Ed è già polemica. «Ma perché i tamponi ai non vaccinati devono pagarli i vaccinati?». Si chiede il presidente della commissione bilancio e programmazione Fabiano Amati. «Quando una cosa è gratis dice- c'è sempre qualche altro che paga: i cittadini con le loro tasse o le imprese togliendo le risorse alla produzione per un capriccio scientificamente infondato. L'ipotesi incredibile caldeggiata da qualcuno di far pagare alle casse pubbliche o ai datori di lavoro i tamponi per chi ha scelto di non vaccinarsi è irrispettosa verso quella grande comunità che nei mesi scorsi si è messa pazientemente in fila per ricevere il vaccino. Quel gesto di senso del dovere verso gli altri ci sta consentendo di tornare alla normalità. Il lockdown prima e le vaccinazioni poi hanno permesso a molte attività di riaprire e di tornare a produrre economia». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia