Puglia, nelle farmacie tamponi quasi esauriti: scorte prenotate e sconti sui pacchetti

Puglia, nelle farmacie tamponi quasi esauriti: scorte prenotate e sconti sui pacchetti
di Rita DE BERNART
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Venerdì 15 Ottobre 2021, 14:43 - Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 09:25

«Aumento sensibile delle richieste di tamponi, ma al momento nessun assalto». Agende piene di appuntamenti per somministrare i test diagnostici Covid: le farmacie pugliesi si preparano a gestire la situazione secondo le regole stabilite. Da qualche giorno e nelle ultime 24 ore in particolare, alla vigilia dell'entrata in vigore dell'obbligo del green pass nei luoghi di lavoro sia pubblici che privati, che parte oggi, si è scatenata una corsa al tampone da parte di quei cittadini che non hanno effettuato la vaccinazione. In tanti si sono recati in farmacia per prenotare un test diagnostico o per richiedere la possibilità di bloccare dei pacchetti magari ottenendo un prezzo più conveniente. Alcuni hanno addirittura già opzionato gran parte delle scorte e sono in attesa di nuovi rifornimenti. Chi non è in possesso del certificato verde infatti dovrebbe effettuare, come da decreto, un tampone ogni 48 ore, tempo limite entro cui è fissata la validità del risultato ai fini del lasciapassare.

I farmacisti

Per i farmacisti però l'aumento registrato è gestibile e considerato fisiologico. «I dati in nostro possesso e che ci stanno arrivando in queste ore - spiega Luigi D'Ambrosio Lettieri presidente dell'ordine dei farmacisti di Bari e Bat- ci dicono di un aumento delle richieste sicuramente significativo, nell'ordine del 15%, ma non si tratta di un assalto. È un incremento che ci prepariamo a gestire con il massimo impegno, con rigore, professionalità, competenza e sicurezza. Al momento non c'è nessun allarme, ci stiamo attrezzando per fronteggiare questa situazione nei modi previsti dal Governo centrale e regionale.

D'accordo proprio con la regione attueremo inoltre una solerte vigilanza affinché i tamponi siano effettuati in conformità alle norme». Non solo cittadini privati ma anche alcune aziende hanno contattato le farmacie per prenotare interi pacchetti da far utilizzare ai propri dipendenti non vaccinati. «Nel numero di cui parlavamo continua D'Ambrosio- ci sono anche quelle aziende che si stanno impegnando a sostegno dei dipendenti prenotando in anticipo un certo numero di test da far utilizzare. In questo momento, ci tengo a dire, che oltre alla responsabilità di gestire questa fase delicata evitando criticità, emerge un ruolo fondamentale della farmacia e del farmacista. Per il rapporto fiduciario che spesso si crea con i propri clienti noi possiamo svolgere una fondamentale azione di persuasione alla vaccinazione. Considerato che abbiamo superato l'80% della popolazione vaccinata, ci sono ormai tre categorie di persone che necessitano del tampone per lavorare: quelli a cui è stato sconsigliato il vaccino per ragioni mediche, i no vax, e gli indecisi, quelli che hanno paure o pregiudizi. Su questi ultimi si concentra la nostra azione volta a tranquillizzare e ad indurre a prenotare il vaccino. Ricordiamo a tutti che la vaccinazione è la strada maestra per uscire fuori dalla pandemia e dallo stato di emergenza».

La polemica


Mentre c'è chi si attrezza e opera sul campo, tante, nelle stanze istituzionali, le ipotesi al vaglio per ciò che riguarda i prezzi e la possibilità di somministrarli gratuitamente. Ed è già polemica. «Ma perché i tamponi ai non vaccinati devono pagarli i vaccinati?». Si chiede il presidente della commissione bilancio e programmazione Fabiano Amati. «Quando una cosa è gratis dice- c'è sempre qualche altro che paga: i cittadini con le loro tasse o le imprese togliendo le risorse alla produzione per un capriccio scientificamente infondato. L'ipotesi incredibile caldeggiata da qualcuno di far pagare alle casse pubbliche o ai datori di lavoro i tamponi per chi ha scelto di non vaccinarsi è irrispettosa verso quella grande comunità che nei mesi scorsi si è messa pazientemente in fila per ricevere il vaccino. Quel gesto di senso del dovere verso gli altri ci sta consentendo di tornare alla normalità. Il lockdown prima e le vaccinazioni poi hanno permesso a molte attività di riaprire e di tornare a produrre economia».

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